Il Pordenone è agli ottavi di Coppa Italia segnando il punto più alto della sua storia calcistica. Mai i neroverdi friulani erano riusciti in una impresa simile. Da un paio di anni tra le migliori della Serie C, il Pordenone finora nei suoi 97 anni di vita (è stata fondata nel 1920), aveva sempre vivacchiato nel limbo delle categorie semiprofessionistiche. Anni a fare la spola tra serie C2 e serie D, pochissime glorie e tantissimo anonimato. Poi il miracolo degli ultimi anni. Un ripescaggio in serie C, seguito da due piazzamenti a un pelo dal calcio che conta. E adesso il calcio che conta il Pordenone lo assaggerà per davvero sfidando a San Siro l’Inter nei quarti di Coppa Italia. Merito dell’impresa sul campo di Cagliari. Un’impresa quasi miracolosa in cui non può mancare l’aneddoto curioso.
A svelare l’arcano ci pensa il tecnico Leonardo Colucci, ex capitano di lungo corso del Verona a cavallo del 2000 e oggi alla guida della squadra neroverde: ”Complimenti ai ragazzi che hanno disputato una grandissima partita, sono felice per la proprietà, per la gente di Pordenone, entrare nella storia è sempre bello”.
Ed ancora: ”Noi cullavamo questo sogno, ho detto ai ragazzi e anche ai giocatori esperti che avevano l’occasione per calpestare il manto erboso di San Siro, gli ho detto di andarsi a divertire, di giocare spensierati e loro hanno interpretato bene la partita».
Poi un curioso retroscena sulla preparazione della partita che è valsa la qualificazione: ”I miei giocano tutti al fantacalcio e conoscono i giocatori del Cagliari meglio di me, poi è chiaro che abbiamo visto come giocano e che sono bravi nelle ripartenze, ma questa conoscenza da parte dei miei ragazzi ci ha aiutato ancora di più”. Quando il fantacalcio diventa realtà.
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