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Amos Mosaner il campione del curling che fa sogni grandi: l’oro a Milano Cortina con dedica all’Italia

L’effetto Pechino ha mostrato che una storia vincente può allargare la base di tifosi: ai Giochi 2026 il progetto di Mosaner è ambivalente, l’oro come volano per la crescita del movimento

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

Quando parla di curling, gli si accende lo sguardo. Amos Mosaner viene da Cembra, quell’angolo di Trentino dove il ghiaccio è una lingua madre, e il palaghiaccio un laboratorio quotidiano.

In bacheca c’è già la medaglia più luminosa, l’oro olimpico nel doppio misto ai Giochi di Pechino 2022 con Stefania Constantini, percorso senza macchie che ha fatto innamorare l’Italia di uno sport “di precisione e strategia” come pochi.

Ma la pagina che vuole scrivere adesso è ancora più ambiziosa: Milano Cortina 2026, con un duplice obiettivo dichiarato – vincere di nuovo e allargare la tribù del curling nel Paese.

Le radici di Mosaner: calcio, ciclismo e la scelta del curling

Prima di “innamorarsi del sasso”, da ragazzo ha provato calcio e poi ciclismo su strada. Ma già nel 2012 ha preso parte ai Giochi olimpici invernali giovanili di Innsbruck, nei quali ha ottenuto un argento nella prova a squadre mista, mentre nel doppio misto con Irena Brettbacher si è classificato diciassettesimo.

“Da ragazzino ho praticato diversi sport, dal calcio al ciclismo – ha raccontato nel 2021 a olympics.com – Ho giocato anche a calcio, ero difensore centrale, per la mia statura: quand’ero pulcino era un ruolo che mi sembrava semplice. Devo dire che queste passioni ce le ho ancora, non le pratico ad alto livello però ogni tanto, d’estate, riesco a fare un giro in bici da corsa o una partitella con gli amici”.

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L’Italia del doppio misto batte in finale la Norvegia, medaglia d’oro nel curling ai Giochi di Pechino

Nel ciclismo, poi, “me la cavavo abbastanza bene: ho fatto i campionati italiani da esordiente, circa 12 anni fa; ma quando facevo le superiori, il ciclismo su strada richiedeva molto allenamento e a quei tempi non potevo allenarmi se non la sera, così ho dovuto decidere per uno sport. Mi son lanciato sul curling. Sono arrivati alcuni risultati, poi il bando dell’Aeronautica Militare. Fortunatamente sono riuscito a diventare professionista e la mia passione è diventata il mio lavoro”.

La svolta è arrivata presto: in casa il curling è pane quotidiano, papà Adolfo è icemaker e allenatore a Cembra, e il ragazzo capisce che quel gesto tecnico, ripetuto mille volte, può diventare il suo mestiere. È stato il padre ad essere il suo primo coach, prima di Claudio Pescia e Violetta Caldart. Oggi è atleta delle Fiamme Oro della Polizia di Stato, dopo essere stato tesserato Aeronautica Militare al tempo di Pechino 2022.

“Sono professionista dal 2017, prima lavoravo in un’azienda vinicola. Io, Simone Gonin e Sebastiano Arman, miei compagni di squadra in campionato, siamo professionisti. A parte la nostra squadra che lo fa praticamente di professione, il resto dei giocatori hanno quasi tutti un lavoro a parte. Ormai devi essere professionista per competere a questi livelli e poter pensare di arrivare a una medaglia”.

Dalla nazionale maschile al “fattore Amos”

Nel team maschile, con Joël Retornaz a guidare, Mosaner è il third/vice-skip che tiene la barra tattica: mano educata sulle “take-out”, lucidità nelle chiamate, presenza fisica che aiuta sulle spazzolate.

Il gruppo diventa contender internazionale, porta a casa i bronzi ai Mondiali 2022 e 2024 e sale sul podio anche agli Europei (2018, 2021, 2022). Nel frattempo rompe un tabù storico per il curling italiano: quattro titoli nel Grand Slam tra 2022 e 2023, competizioni di altissimo livello che misurano consistenza e qualità.

L’oro di Pechino 2022 ha cambiato tutto

Prima del sodalizio con Constantini, ha giocato a lungo il doppio misto con Alice Cobelli, compagna anche nella vita. Sempre a olympics.com ha raccontato l’approccio al doppio misto: “Mi ci sono avvicinato tre anni fa, giocavo con la mia compagna, ho disputato anche un mondiale”.

Rispetto alla disciplina a squadre, “è quasi un altro sport, ci sono regole diverse: ci sono già due stone predefinite prima di partire nel round e c’è la differenza che non si può sbocciare fino al sesto stone. Il gioco, di conseguenza, è concentrato sempre verso il centro, per via degli stone preimpostati. Per dire, io spazzo quasi di più nel doppio misto, perché , oltre le tre stone che tiro, devo spazzarmi anche le due che lancia la mia compagna. Il doppio misto è fisicamente più impegnativo”.

Pechino 2022 è il momento-sisma: Mosaner e Constantini firmano un torneo perfetto: vincono tutte le 11 partite, battono la Norvegia 8–5 in finale e si prendono il primo oro olimpico del curling italiano. Quella cavalcata ha acceso i riflettori nel Paese e ha dato una scossa al movimento.

Tre anni dopo, nel 2025, i due ricompongono la coppia e vincono subito il Mondiale di doppio misto, ancora con un percorso netto. Non è solo continuità tecnica: è la dimostrazione che la chimica tra loro funziona, e che il livello è rimasto d’élite. A fine 2022 arrivano i riconoscimenti: Commendatore OMRI (Decreto 31/3/2022) e Collare d’Oro del CONI.

La rotta di Mosaner verso Milano-Cortina

All’Olimpiade di casa, l’Italia è qualificata d’ufficio in tutte le prove del curling. Mosaner, dal palco del Festival dello Sport di Trento 2025, ha sintetizzato l’ambizione con semplicità: “La volontà è quella di andare a medaglia. Per me è come giocare in casa, è un onore essere qua ”, aggiungendo che “A Cortina tutti aspetteranno l’Italia, speriamo di dare il meglio anche con il sostegno dei tifosi”. Nel suo orizzonte c’è la doppia presenza – team maschile e doppio misto – e una preparazione senza sconti.

Vincere e (soprattutto) far crescere il movimento

La medaglia è un obiettivo tecnico, ma il traguardo culturale vale altrettanto: portare nuovi ragazzi sul ghiaccio, aumentare i tesserati, dare visibilità a una disciplina che in Italia ha ancora margini enormi.

È un messaggio che Mosaner ripete con coerenza: dopo la carriera, vuole restituire a questo sport quello che gli ha dato, lavorando con i giovani e spingendo sull’alfabetizzazione del grande pubblico: sempre a Trento ha rimarcato: “L’impegno paga sempre. Dopo la carriera voglio dare un contributo per far crescere i giovani e il movimento e per dare visibilità al curling” .

Anche i momenti di pop-sport – come il saluto a Sanremo 2025 con Carlo Conti assieme a Stefania Constantini – fanno parte della strategia: far entrare il curling nelle case e nelle conversazioni di tutti.

Perché l’oro “di casa” sarebbe speciale

A Cortina, dove il curling italiano ha messo radici moderne e dove Constantini è di casa, un successo avrebbe un valore simbolico e propulsivo. L’effetto-Pechino ha già dimostrato quanto una storia vincente possa allargare la base di tifosi; replicarla in Italia, davanti a un pubblico coinvolto e curioso, potrebbe creare una nuova generazione di praticanti, scuole e piste più frequentate, sponsor più attenti. È qui che il progetto di Mosaner si fa culturale: l’oro come volano per la crescita del movimento.

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