Il Milan si rialza dopo il pareggio con il Verona e il ko nel derby con l’Inter e a San Siro batte per 1-0 un Torino volenteroso solo nella ripresa. Decisivo ancora una volta Ante Rebic, che consegna al Diavolo la vittoria che vale i 35 punti e il sesto posto a pari punti con Verona e Parma, a -4 dalla Roma e -10 dall’Atalanta quarta. Problemi per i granata, ora solo a +5 dal Genoa terzultimo.
Pioli sceglie l’ormai abituale 4-4-1-1 con Rebic e Castillejo liberi di partire da lontano e un trequartista alle spalle di Ibrahimovic (assente Calhanoglu, tocca al rientrante Paquetà ). I primissimi minuti sembrano presentare un buon Torino, poi però crescono i rossoneri che vivranno un primo tempo assolutamente dominante.
Il primo a provarci è Ibrahimovic (sulla sua botta c’è una deviazione di Bremer che per poco non spiazza Sirigu), ma sono Castillejo e soprattutto Rebic a rivelarsi due costanti spine nel fianco dei granata con le loro iniziative sulle fasce, spesso concluse con il fraseggio da una parte all’altra del campo.
Il Torino invece si accende a squilli (in uno di questi si rende pericolosissimo Berenguer, poi su corner ci prova Bremer). C’è anche un tentativo dalla distanza di Paquetà , su cui si oppone a mano aperta Sirigu. Ma il gol è ancora una volta del solito Rebic.
Il croato va a segno al 25′, sfruttando una bella azione sulla destra di Calabria e Castillejo e il preciso assist di quest’ultimo. E il gol per diversi minuti spegne ulteriormente il Torino, che fino all’intervallo sparisce dal campo.
Nel prosieguo del primo tempo si vede infatti solo il Milan, tanto che solo Ibrahimovic e Bennacer vanno vicini a un ulteriore gol. Pioli perde anche Kjaer, ma Musacchio si ferma durante il riscaldamento e in campo va Gabbia.
Nella ripresa Ibrahimovic e Castillejo si divorano il raddoppio, ma anche il Torino cresce: finalmente i granata provano a presentarsi dalle parti di Donnarumma, ma De Silvestri e Belotti sono imprecisi.
Finale palpitante, ma i granata restano spuntati e pur mettendo sotto pressione il Milan non creano reali pericoli. E i rossoneri possono ora guardare all’Europa con ritrovato ottimismo.
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