Il martello è tornato, stavolta per davvero: a Tokyo, 137 giorni dopo l’ultima vittoria, Matteo è finalmente riuscito a interrompere il più fastidioso dei digiuni. E lo ha fatto con stile, classe e determinazione: Jaime Munar appariva alla stregua di un rivale piuttosto pericoloso, ma s’è dovuto inchinare per 6-4 6-2 alla voglia di rivalsa di un Matteo che ha mostrato lampi della classe che da sempre lo contraddistingue. E che soprattutto ha fatto capire di essere concentrato su quello che è il vero obiettivo di fine stagione: ritrovare continuità e presentarsi tirato a lucido a Bologna, quando ci sarà da difendere la Davis assieme ai compagni di nazionale.
Berrettini torna al successo contro Munar
Serviva una reazione di carattere dopo un periodo complicato, e soprattutto dopo che il match di Hangzhou con Svrcina aveva lasciato in eredità buone sensazioni, ma l’ennesima fastidiosa sconfitta. Contro Munar, Berrettini ha messo a frutto tutte le indicazioni ricevute nel match disputato la settimana passata: ha saputo superare egregiamente i momenti più delicati, soprattutto quando ha dovuto annullare in due game differenti tre palle break (nel quarto e nel sesto del primo set), dopo che a sua volta ne aveva collezionate tre nel terzo gioco e una nel quinto, quella che sostanzialmente ha deciso il primo parziale, blindato nella parte conclusiva da un’ottima percentuale al servizio.
Nel secondo, semplicemente Munar non ha avuto più modo di impensierire il romano, che ha trovato subito il break nel primo gioco di servizio dello spagnolo e poi ne ha infilato un secondo nel quinto, così da salire agevolmente sul 5-1 e chiudere senza patemi. La differenza si nota chiaramente a livello di numeri: 79% di punti vinti con la prima (9 sono ace), 58% con la seconda è ben 8 palle break annullate, cioè tutte quelle concesse. Munar faceva oggettivamente paura, visti i suoi trascorsi recenti (anche sul cemento), ma Berrettini l’ha anestetizzato a dovere.
Il prossimo avversario di Berrettini: spauracchio Ruud
Negli ottavi del torneo della capitale nipponica ora ci sarà da sfidare il vincente della sfida tra Casper Ruud e Shintaro Mochizuki, due che sulla carta non dovrebbero rappresentare un ostacolo insormontabile per il Berrettini visto all’opera contro Munar.
La ricerca della migliore condizione e soprattutto della fiducia, quella smarrita lungo 137 senza vittoria (l’ultima fu contro Fearnley a Roma), è il vero motivo che spinge Matteo ad andare avanti con un pieno di determinazione. Dovesse incontrare Ruud, peraltro, potrebbe chiudere un cerchio: fu proprio quello col norvegese la partita che inaugurò la serie nera del giocatore italiano, costretto al ritiro nel match di secondo turno disputato al Foro Italico. Poi è arrivato il tempo dello stop forzato, col rientro un po’ azzardato a Wimbledon (sconfitto in 5 set dal polacco Majchrzak) prima del trasferimento diretto in Asia, saltando i tornei americani sul cemento.
L’urlo lanciato in aria al termine del match con Munar profuma di ripartenza vera: anche un inchino al pubblico giapponese per celebrare un momento atteso oltre 4 mesi. “Sono molto contento per la vittoria, speriamo non sia l’ultima. L’ultima volta che avevo vinto era maggio. Il match è andato bene e sono soddisfatto di come ho giocato”. Zero distrazioni, adesso si punta a tornare a correre. Perché la Davis tra due mesi non aspetta. E l’Italia ha bisogno del miglior Berrettini.
