L’inizio del Mondiale 2019 si è rivelato un calvario per la Ferrari, schiacciata dalla superiorità della Mercedes, ma anche parecchio sfortunata nelle tre occasioni in cui le Rosse sono state a un passo dal successo. Due volte è toccato a Charles Leclerc e una a Sebastian Vettel, che anzi in Canada la vittoria l’aveva ottenuta salvo venire penalizzato a corsa finita per un sorpasso irregolare in gara.
Al giovane pilota di Montecarlo ha invece detto male la sorte in Bahrain, dove un guasto tecnico lo ha privato della gioia del successo nel finale al termine di un Gp dominato, e poi in Austria, dove le polemiche sono state tante per il sorpasso finale di Max Verstappen che si è aggiudicato la cara.
L’olandese ha sferrato l’attacco decisivo al terzultimo giro, in curva 3. Nel sorpasso c’è stato un contatto tra le due monoposto, la Ferrari di Leclerc è andata fuoripista e a nulla sono valse le proteste dell’ex Alfa Sauber secondo il quale il collega non gli ha lasciato lo spazio necessario. Tuttavia per i commissari si è trattato di un semplice incidente di gara, in cui cioè nessuno dei due piloti poteva essere ritenuto più responsabile dell’altro di quanto successo. Se cioè Verstappen non ha lasciato spazio, il sorpasso è stato fatto dall’interno e Leclerc nel voler resistere all’esterno sapeva a quali rischi poteva andare incontro.
A tutto questo si unisce il fatto che nei briefing pre-gara si ricorda a tutti i piloti che solo se la macchina all’esterno è più avanti ha il diritto di ricevere spazio. Situazione quindi diversa rispetto ad altri sorpassi che sono stati invece puniti, come quello tra Rosberg e Hamilton proprio in Austria nel 2016 e uno con lo stesso Rosberg e proprio Verstappen in Germania nello stesso anno.
Nel documento n.50 che dettaglia il “no further action” per Verstappen, è chiaramente specificato “was in full control” (era giusto ad un metro dalla corda, non “lungo”) e proprio queste parole hanno fatto la differenza condannando la Ferrari a un’altra beffa.
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