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Boxe, Manny Pacquiao fa tremare Barrios: finisce pari il match di rientro di "Pac-Man". "Credevo di aver vinto. E non mi fermo"

Manny Pacquiao ha sfiorato l'impresa: il match con Barrios è stato giudicato pari, ma il ritorno di "Pac-Man" ha impressionato molti. "E non ho intenzione di fermarmi"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Che il ritorno di “Pac-Man” non sarebbe stata solo una trovata per gonfiare il conto in banca non era un mistero. Ma da qui a pensare che Mario Barrios avrebbe dovuto ringraziare i giudici per portarsi nuovamente a casa la cintura di campione WBC dei welter forse un po’ ce ne passava. Alla fine però la classe non ha età, e Manny Pacbquiao l’ha dimostrato con i fatti non a parole: a Las Vegas ha messo seriamente in difficoltà un rivale più giovane di 16 anni e più alto di 17 centimetri, che ha rischiato grosso tirando alla fine un bel sospiro di sollievo quando è arrivato il verdetto di parità. Insomma, pari e patta e appuntamento per il secondo atto della saga, in un tempo che non dovrebbe essere poi tanto lontano.

Verdetto controverso: c’è chi giura che avrebbe vinto Pacquiao…

Pacquiao alla fine ha storto un po’ il naso, perché pensava (legittimamente) di aver vinto il match di rientro, quello che a 46 anni e 213 giorni avrebbe potuto consegnarlo al mondo con il secondo pugile più anziano di sempre a conquistare un titolo mondiale.

Ci riproverà, il filippino, perché a dispetto di chi ha tanto criticato questo ritorno sul ring ha dimostrato abbondantemente di aver perso solo un po’ di smalto e brillantezza (contro “Padre-Tempo”, per sua stessa ammissione, è un confronto impari), non certo i colpi, il repertorio e l’astuzia che da sempre lo hanno contraddistinto. E poco importa se nessuno dei tre giudici l’ha dato vincente: due hanno visto un 114-114, uno ha fatto prevalere Barrios 115-113, ma ci sono tanti insigni esperti di boxe che sui propri cartellini hanno dato piuttosto qualche punto in più a Pacquaio, a riprova di quanto labile sia stato il confine tra l’affermazione dell’uno quanto dell’altro.

Logico pensare che ci sarà una rivincita, o meglio un secondo atto della serie: Pacquiao quel titolo lo vuole con tutto se stesso, Barrios ha capito che contro un avversario come Manny è sempre meglio stare in campana, anche se l’età dovrebbe favorirlo in tutto e per tutto.

La classe di “Pac-Man”, la potenza in allungo di Barrios

“Pac-Man” ha entusiasmato gli oltre 13.000 presenti all’MGM Grand di Las Vegas, tornato per una notte (per giunta a poche ore di distanza dal trionfo di Usyk a Wembley contro Dubois) il grande centro mondiale della boxe. Il filippino ha combattuto con il piglio di sempre: è partito fronte facendo leva su una tecnica e un piano tattico impeccabile, tanto che per almeno 5-6 riprese Barrios ha girato spesso e volentieri a vuoto, incapace di trovare il modo per entrare nella guardia dell’asiatico.

Nessuno resta sorpreso dal canovaccio dell’incontro: il messicano col jab tiene a debita distanza Pacquiao, ma di ritmo il campione WBC ne trova poco. Aveva studiato a puntino il match perso da Manny con Ugas, l’ultimo combattuto (storia vecchia di 4 anni), ma ha faticato a rimetterlo in pratica. E nel sesto round ha rischiato grosso, quando “Pac-Man” è entrato con un paio di combinazioni che si sono fatte sentire.

È quella la ripresa più “scontata” tra tutte quelle assegnate nel corso della serata, con Barrios che nei due ultimi round ha aumentato un po’ il numero dei colpi, guadagnandosi probabilmente l’opportunità di evitare un ko. che avrebbe fatto parecchio rumore.

“Continuerò a combattere”. E Manny punzecchia Mayweather…

Il suo, però, Pacquiao l’ha fatto abbondantemente.Pensavo di aver vinto, non posso ritenermi tanto soddisfatto”, ha esclamato a caldo dopo 12 riprese. Poi, in conferenza stampa, ha provato a guardare il bicchiere mezzo pieno.Sono ancora qua, a dispetto di tutto quello che è stato detto e scritto. Sono tornato e state pur sicuri che non me ne andrà tanto presto.

Parole che prefigurano nuove sfide: il secondo match con Barrios appare scontato, ma i manager di Manny si guarderanno intorno e anzi hanno già cercato di alzare l’asticella, lasciando intendere che “Pac-Man” meriti avversari più importanti del messicano, gente come Gervonta Davis (detto “Tank”), campione WBA dei pesi leggeri (e qui la differenza di peso rende difficile l’incontro), o Rolando Romero jr., attuale campione “regular” dei welter WBA.

Anche se la suggestione più grossa sarebbe quella di una rivincita con Floyd Mayweather jr. “Se ha il coraggio di tornare a calcare un ring, sappi che io sono qui ad aspettarlo. Nel 2009 il match fruttò una borsa per complessivi 500 milioni di dollari: oggi, quanto potrebbe valere?

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