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Buffon: "Continuo perché non mi sento appagato"

Il portiere della Juventus non smette di stupire: “Posso migliorare ancora”.

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Buffon: "Continuo perché non mi sento appagato" Fonte: Getty Images

Quella di Gianluigi Buffon è stata una carriera straordinaria. Nel corso di più di 20 anni trascorsi sui campi da gioco, si è meritato un posto non solo tra i più grandi giocatori italiani di sempre, ma anche tra i più grandi portieri in assoluto di ogni tempo.

A 42 anni già compiuti ha rinnovato il contratto che lo legherà alla sua Juventus per un altra stagione ancora e, in una diretta Instagram sul canale di Randstad Italia, ha svelato cosa lo spinge ad andare ancora avanti.

“Nella mia carriera ho vissuto varie tappe. Inizialmente sei spinto dal poter dire ‘ce l’ho fatta’, poi quando tutto è diventato un lavoro mi sono sentito in obbligo di restare al top, cosa questa che dovevo sia a me stesso che agli altri. Negli ultimi anni ho ritrovato il piacere di allenarmi e di giocare, quasi a rivivere ciò che ho provato da giovane. La verità è che continuo perché sono competitivo e perché so di poter migliorare ancora. I margini di miglioramento sono quel fuoco dentro che non di ti fa sentire appagato”.

Tra le cose che hanno spinto Buffon a diventare un giocatore di valore mondiale, c’è anche il fatto di essere molto autocritico.

“Mi sento come gli studenti che non riescono a prendere 30 all’esame, se sbaglio mi girano le palle. L’errore mi disturba più oggi di quando ero giovane e penso quasi sempre che avrei potuto fare di più su un goal preso. Ho goduto poco delle vittorie ed ho sofferto per le sconfitte. Se sei abituato a vincere i successi li godi poco, mentre la frustrazione per le sconfitte resta. Da questo punto di vista devo cambiare, altrimenti non mi ritiro più”.

Buffon non ha ancora deciso cosa farà una volta appesi i guanti al chiodo.

“Non ho ancora pensato a cosa farò da grande, è giusto che resti concentrato sul futuro perché altrimenti farei ancora più fatica. Quello che è certo è che quando smetterò mi prenderò un anno sabbatico in cui potrò dedicarmi alla mia famiglia e alla mia formazione. Voglio finire l’ultimo anno di quinta ed è giusto che sia così, perché avrei modo di riprendere i miei figli qualora non volessero terminare la scuola. Voglio migliorare il francese e l’inglese, e voglio continuarmi a godere le tre cose che mi fanno stare bene: avere un buon rapporto con mia moglie e la mia famiglia, fare bene il mio lavoro e imparare qualcosa. E’ come innaffiare una piantina che cresce, bisogna star bene senza fare del male agli altri”.

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