La Procura della Federcalcio ha chiesto due turni a porte chiuse e 50mila euro di ammenda per la Lazio nel processo sportivo relativo al “caso Anna Frank”. Lo scorso 22 ottobre, in occasione della partita di campionato contro il Cagliari, alcuni tifosi biancocelesti attaccarono in Curva Sud (tradizionalmente riservata agli ultras giallorossi) alcuni adesivi antisemiti raffiguranti la ragazzina ebrea deportata nei campi di concentramento con indosso la maglia della Roma. Oltre agli adesivi, sui muri comparvero scritte di ogni tipo come “romanista ebreo”.
“Viste tutte le attenuanti, abbiamo chiesto il non luogo a procedere”, ha dichiarato Gian Michele Gentile, avvocato della Lazio, uscendo dagli uffici del Tribunale federale nazionale, a Roma. La sentenza di primo grado è prevista all’inizio della prossima settimana, più precisamente un giorno tra lunedì e martedì .
Se la sanzione venisse confermata, la Lazio salterebbe le partite casalinghe contro l’Udinese e contro il Verona, in programma il 24 gennaio e il 5 febbraio. La società chiede invece l’assoluzione piena, non potendo rispondere del comportamento di qualche tifoso isolato, peraltro già sottoposto a Daspo.
Sul caso, Lotito si è espresso così negli scorsi giorni: “Basta con l’odio semita tra i nostri fans, sulla storia di Anna Frank c’è stata una strumentalizzazione vergognosa”.
Una delegazione della Lazio depose una corona di fiori davanti alla Sinagoga, sotto la lapide commemorativa delle vittime dei deportati di Roma. “Da oggi intendiamo promuovere un giorno ogni anno in cui portare 200 ragazzi ad Auschwitz”, disse Lotito. La corona finì poco dopo nel fiume Tevere. Contrariata la comunità ebraica di Roma: “Oltre ai gesti servirebbero iniziative concrete da tutti i club”.
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