Fuori i secondi, e mai come stavolta la citazione dal gergo pugilistico calza a pennello. Fuori i secondi perché in fondo Carlos Alcaraz e Sascha Zverev nella vita (almeno adesso) inseguono Jannik Sinner: sono gli unici che possono ancora sperare di togliergli la numero 1 del ranking a fine anno (più lo spagnolo che il tedesco, per la verità), sono gli unici che potrebbero affrontare l’altoatesino nell’atto conclusivo di Cincinnati, qualora l’italiano il suo lo faccia contro la rivelazione Atmane. Ma Carlos e Sascha alla semifinale in terra d’Ohio arrivano con stati d’animo e sensazioni differenti, soprattutto il tedesco che nella vittoria con Shelton s’è portato dietro qualche strascico a livello fisico.
- Zverev è un'incognita: "Non so come mi stia succedendo"
- Shelton, che delusione: quotazioni in calo verso gli US Open
- Alcaraz resta tranquillo: "Sto giocando il tennis che voglio"
Zverev è un’incognita: “Non so come mi stia succedendo”
L’aver ridimensionato e neppure poco le ambizioni dell’americano avrebbe dovuto essere di per sé già una bella notizia per Zverev, un po’ in difficoltà da qualche settimana a questa parte. E invece il problema alle vie respiratorie che a inizio secondo set lo ha costretto a chiamare l’intervento del medico non lo lascia tranquillo. “Non posso dire di sentirmi troppo bene”, ha commentato a margine del doppio 6-2 rifilato a Ben.
“Non so esattamente cosa sia successo, ma verso la fine del primo set ho cominciato ad accusare un malessere che progressivamente è andato aumentando. Non saprei descrivere nei dettagli il problema: mi sono aggrappato alla mia forza di volontà per cercare di provare almeno a controbattere alle offensive di Shelton, perché dopo tutta la fatica fatta per arrivare fino a questo punto del torneo non me la sentivo proprio di mollare la presa”.
L’americano gli ha dato una mano giocando una delle peggiori partite della sua estate, ma Zverev ha ammesso di essere preoccupato in vista della semifinale con Alcaraz. “Se non sei al 100%, contro Carlos rischi di entrare in campo già battuto. Vediamo come starò nelle prossime ore, spero di riuscire a recuperare bene e a non avvertire più alcun malessere”.
Shelton, che delusione: quotazioni in calo verso gli US Open
La vittoria contro Shelton ha un significato tutto particolare per il tedesco, che non batteva un giocatore in top 10 da più di 6 mesi (cioè Djokovic, anche se nella semifinale degli Australian Open il serbo fu costretto al ritiro al termine del primo set).
Shelton che invece ha nuovamente “toppato” quando c’era da fare un salto deciso in avanti: la vittoria a Toronto l’aveva candidato a potenziale terzo incomodo nel duello tra Sinner e Alcaraz in vista degli US Open, la sconfitta con Zverev l’ha ridimensionato, e pure tanto.
La striscia di successi consecutivi sul cemento si è interrotta dopo 9 partite e adesso è legittimo pensare che quanto visto in Ohio possa rivedere al ribasso le quotazioni di Ben in ottica Flushing Meadows. Le 11 palle break concesse e il 24% di punti vinti con la seconda sono numeri non certo da numero 6 del mondo.
Alcaraz resta tranquillo: “Sto giocando il tennis che voglio”
Zverev, insomma, se la dovrà vedere intorno alla mezzanotte italiana con Alcaraz. Che per inciso non sta giocando il suo miglior tennis sul cemento americano: la vittoria (soffertissima) contro Rublev testimonia che ce n’è di lavoro da fare per riuscire ad alzare il proprio livello di gioco sulla superficie che forse gli rimane un pelino più indigesta rispetto alle altre.
Alcaraz s’è detto sorpreso della prova offerta dal rivale russo, “che rispetto ai precedenti incontri ha alzato di molto le percentuali con la seconda, e questo ha un po’ cambiato tutti gli equilibri”. Che pure non dovrebbero scuoterlo più di tanto in vista di una semifinale dove parte con i favori del pronostico, sebbene nei precedenti diretti contro Zverev sia in svantaggio per 6-5 (ma l’ultimo è riferito alle Nitto ATP Finals di 9 mesi fa).
“Sono contento del tennis che sto giocando e di come mi sono mosso durante l’incontro. È vero, ho avuto l’opportunità di servire per il match e non l’ho sfruttata, ma non mi sono demoralizzato e questo conferma la mia attitudine a restare sempre aggrappato all’incontro. Che partita sarà con Zverev? Adoro questo tipo di incontri, sono sicuro che ci sarà da divertirsi anche per chi la guarderà da fuori”.
