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Como, perché Fabregas non parla da giorni alla stampa: la sofferenza del tecnico spagnolo

Il tecnico non parla, la società lo difende in attesa del ricorso. Gli azzurri si sentono in forte debito con il mondo arbitrale.

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Un silenzio che fa rumore, forse più delle parole. Cesc Fabregas resta in disparte, da squalificato, ed evita ogni contatto con la stampa. A parlare per lui ci pensa il direttore sportivo del Como Carloalberto Ludi che però non spegne le polemiche, anzi, le accende. Il tecnico spagnolo non ha gradito il provvedimento disciplinare nei suoi confronti, per il quale attende ancora esito del ricorsoe sia alla vigilia della gara con l’Atalanta che nel post-partita ha disertato le conferenze.

Una polemica per evitare le polemiche

Il Como sul campo prende un punto importante in trasferta contro l’Atalanta di Ivan Juric. Fuori, però, prosegue la sua battaglia contro la direzione arbitrale. A portarla avanti, in assenza di Cesc Fabregas, è il diesse Carloalberto Ludi: “Parlo io perché vogliamo dimostrare di essere allineati e per evitare polemiche: viste le situazioni delicate che sono successe sabato, non era particolarmente intelligente esporre il mister a una conferenza stampa. Non è il mio mestiere parlare della direzione arbitrale, anche perché ne hanno già parlato tutti i media e Rocchi“.

Ha sofferto Fabregas a guardare la partita dalla tribuna anche perché gli toccherà guardare da lì anche il match con la Juve: Conoscendolo… penso che sia la cosa peggiore che gli possa capitare, avrà sofferto tantissimo. Lui è un uomo estremamente passionale e un leader pazzesco che sa trasmettere energia e vederlo rinchiuso non deve essere stato facile per lui”.

C’è un problema arbitrale per il Como

La questione è in realtà un po’ più grande e va oltre anche alla squalifica di Fabregas. “Voglio sottolineare chi siamo noi, perché forse – racconta ancora Ludi – non è ben chiaro: siamo una squadra intensa, con grande energia, e l’aggressività è un valore di cui siamo orgogliosi. Non siamo una squadra cattiva e non lo sappiamo essere. Accorgerci che il Como sia la squadra con più cartellini ci sorprende“.

“Il calcio italiano non lo merita”

Il diesse degli azzurri prosegue lo sfogo: “Probabilmente il nostro è un modello che non va bene nel calcio italiano“. L’amarezza è per il referto dal quale si evincerebbe una totale malinteso tra l’arbitro e Fabregas, con quest’ultimo che non avrebbe avuto alcun intento offensivo. La società è interamente schierata dalle parti del tecnico, difeso a spada tratta: “L’Italia deve considerarsi fortunata ad averlo“.

Como, perché Fabregas non parla da giorni alla stampa: la sofferenza del tecnico spagnolo Ansa

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