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Coronavirus, Gravina durissimo con chi non vuole giocare

La ripresa della serie A continua a far discutere: "E' stata una parentesi di grande tristezza" ha detto il presidente della Figc.

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Coronavirus, Gravina durissimo con chi non vuole giocare Fonte: 123RF

Ospite del convegno “Lo sport oggi: dall’emergenza alla ripartenza”, Gabriele Gravina ha voluto mandare un messaggio a chi non vuole riprendere il campionato: “La nostra esigenza di ripartenza è consacrata all’interno del nostro DNA: ci chiamiamo Federazione Italiana Giuoco Calcio. Per me è stata una parentesi di grande tristezza, e lo farò presente, constatare che nel mondo del calcio alcuni facciano di tutto per non giocare, convinti che così non pagherebbero alcune mensilità ai propri tesserati”. 

“E’ un gioco perverso quello di una società che non vuole giocare per limitare i danni. Tutto questo mi ha convinto a portare avanti questa battaglia. So quanti italiani pensano che non si debba giocare: capisco che sarà triste vedere le partite a porte chiuse, ma se riparte l’economia del nostro Paese non può non ripartire una delle sue industrie più importanti”.

“In questi ultimi due o tre mesi ho vissuto tantissimi momenti di grande esaltazione – ha continuato il presidente della Figc -, anche se sempre accompagnata da un’attenta e responsabile prudenza. Io ho sempre sostenuto che la mia determinazione era dettata dal far capire cosa rappresenta il mondo del calcio nel panorama dello sport e soprattutto dell’economia italiana. C’è la dimensione economica, ma ce ne sono tante altre: parliamo di uno straordinario fattore sociale, non solo economico”. 

Genera entusiasmo, moltiplica tanta passione verso il mondo dello sport e dell’economia. Ci troviamo in un momento particolarmente delicato della nostra vita: la diffusione epidemiologica da Covid-19 ha stravolto le viste di ciascuno di noi, ha cambiato le nostre abitudini e messo in discussione qualunque tipo di relazione interpersonale, ma tutto questo non ha mai spezzato il filo d’amore che lega il calcio al nostro Paese, all’Italia”. 

“Anche quando tutti erano fermi e soffrivano, il calcio ha voluto mostrare il proprio lato positivo, a differenza di quella demonizzazione a cui è stato sottoposto, anche con iniziative straordinarie come mettere a disposizione il nostro centro tecnico di Coverciano. È una casa che ha ospitato 48 pazienti positivi” ha concluso Gravina.

SPORTAL.IT

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