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Coronavirus, Serie A a porte chiuse. Malagò: "Giusto fermarsi"

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiositĂ  personale e necessitĂ : soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Coronavirus, Serie A a porte chiuse. Malagò: "Giusto fermarsi" Fonte: ANSA

Giovanni Malagò si è espresso con fermezza, quando è giunto il momento di esternare la propria posizione e dello sport, dunque, su quanto sta accadendo. Le decisioni in merito all’emergenza Coronavirus assunte dalle istituzioni investono e modificano ogni attività sportiva, in ordine e grado. “Credi che in questo momento il mondo dello sport non debba andare per conto proprio: è giusto fermarsi, bisogna essere allineati con le disposizioni delle autorità preposte. In primis il governo. Sarebbe stato sbagliato e inelegante se si fossero anticipate le mosse del governo, parliamo di tante manifestazioni sportive non solo di calcio”, ha detto Malagò domenica pomeriggio.

Le parole di Malagò

Quanto all’ipotesi di giocare le partite a porte chiuse, il presidente Malagò ha spiegato a Sky prima di Roma-Lecce che “è stata preso in considerazione dal Governo. Però ci sono due problemi: da un lato i biglietti già venduti con società che si dovrebbero far carico dell’aspetto economico, dall’altro se si decide nel giro di poche ore di giocare a porte chiuse, con la gente che ha già comprato i biglietti e magari già è in marcia verso lo stadio, potrebbe esserci un problema di ordine pubblico”.

Come difendersi dal pericolo psicosi

Ma come ci si difende, è stato chiesto a Malagò nell’intervista a Sky, dal pericolo psicosi? “Ci sono degli interessi primari, che sono anzitutto quelli della salute – ha risposto il presidente del Coni -. Sento tanti che si espongono su questa materia, ma l’interesse della salute è primario. Si naviga a vista, day by day, e non sono io che posso darvi risposte. L’obiettivo, ovviamente, è di ripartire al più presto. Ci sono diverse problematiche, come quella dei calendari, ma oggi sono in secondo piano. I calendari non sono regolati dal sottoscritto, ma devono tener conto di tutte le altre competizioni, come quelle internazionali. L’Inter, ad esempio, ora ha l’Europa League, poi avrà la Coppa Italia col Napoli. Ne ho parlato con Marotta, con cui l’ultima telefonata è stata alle due e mezza di notte. Si naviga a vista. L’Inter non avrebbe più un mercoledì o giovedì libero fino all’eventuale finale di Coppa Italia, che è stata anticipata per Euro 2020. Dobbiamo riaggiornarci”.

Nodo Europa League per l’Inter

Inter-Ludogorets probabilmente si giocherà a San Siro a porte chiuse: è questa l’ipotesi che ha preso quota nella ultime ore, dopo intensi colloqui tra i club, la Uefa e le autorità che gestiscono l’emergenza per il coronavirus. Stamani è attesa la decisione ufficiale, ma sembra sempre più difficile riuscire ad organizzare la partita di ritorno dei sedicesimi di Europa League in un campo neutro. Le ragioni? Tempi troppo stretti e un calendario già fitto per i nerazzurri, congestionato di partite tra Campionato, Coppa Italia e, appunto, Europa.

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