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Coronavirus, Serie A: Var a rischio per la ripartenza

La rabbia del presidente dell'Aia Nicchi: "Si parla di tutti meno che di noi, senza sicurezza non torneremo".

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Coronavirus, Serie A: Var a rischio per la ripartenza Fonte: 123RF

Mentre cresce l’ottimismo per la ripresa del campionato di Serie A, e di tutti i tornei nazionali, entro la fine di maggio, il mondo del calcio discute del taglio agli stipendi. Dall’Italia all’Inghilterra fino alla Russia le trattative tra giocatori e club sono serrate, perché è chiaro che per salvare il sistema tutti dovranno rinunciare a qualcosa.

In Serie A, dopo l’esempio della Juventus che ha raggiunto l’accordo con i tesserati, sembrava essere stata finalmente trovata l’intesa a livello generale, ma l’Aic ha bocciato seccamente l’accordo trovato tra i club. La ripartenza resta vicina, ma ecco spuntare un’ipotesi clamorosa. La fetta finale di campionato potrebbe disputarsi senza il Var.

A introdurre la novità che sarebbe clamorosa e che aprirebbe un pericoloso fronte polemico è stato il presidente dell’Associazione Arbitri Marcello Nicchi: “Questa potrebbe essere una delle cose che ci costringono a dover fare”.

Nicchi, intervenendo alla “Domenica Sportiva” si era detto deluso per il fatto che nessuno ha mai sollevato il tema della sicurezza arbitrale durante le settimane del dramma della pandemia da Coronavirus, ha spiegato i motivi della possibile svolta: “Sono deluso, il problema arbitrale è passato in secondo piano. Sento parlare come se il campionato dovesse ricominciare domani, ma non ho sentito alcuna proposta seria riguardo a tutela della classe arbitrale”.

“Gli arbitri – continua Nicchi – sono pronti, rispettano le disposizioni, stanno lavorando in videoconferenza con gli organi tecnici, stanno lavorando atleticamente indoor, ma prima di passare ad una fase due bisognerà preoccuparsi anche di loro. Gli arbitri sono quelli più a rischio per una ripartenza senza le dovute precauzioni. Si muovono da soli con treni e aerei, frequentando aeroporti e stazioni. Bisognerà ponderare bene, non possiamo mandare gli arbitri allo sbaraglio in un momento in cui non ci sono le condizioni per una ripartenza. Se ripartiamo, chiederò di sapere quali sono le garanzie offerte”.

“Oggi per il Var in alcuni casi si usano ambienti angusti, in furgoni, dove l’arbitro Var dovrebbe andare in uno spazio di due metri quadri, con operatori che lavorano vicini senza distanze di sicurezze. Io mi auguro che la cosa non accada, ma potrebbe anche sorgere questo rischio, spero ci diano spazi sanificati. Se non si dovesse ripartire con il Var sarebbe perché siamo alle prese con un’emergenza sanitaria”.

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