La pandemia di Coronavirus ha fermato il Mondiale di Formula 1 ma non le polemiche che ormai da mesi stanno avvelenando il circus. La Ferrari è finita di nuovo sotto tiro, insieme alla Fia, per la questione relativa alle power unit 2019 e all’accordo “riservato” con la Federazione Internazionale dell’Auto che ha fatto infuriare le scuderie rivali.
La Red Bull, arrivata terza nella classifica costruttori dello scorso Mondiale proprio dietro alla Ferrari, si ritiene danneggiata e lo fa capire ad ogni occasione. L’ultima è un’intervista di Christian Horner al quotidiano britannico The Telegraph: “L’accordo tra la FIA e la Ferrari ha lasciato un cattivo sapore in bocca a tutti. L’aspetto più difficile da accettare è la mancanza di trasparenza”.
La McLaren ha tuonato con Zak Brown: “Sono a favore di avere doveri etici. E, sulla falsariga dell’etica, penso che sarebbe bello se Mattia Binotto condividesse con noi – dato che la FIA si è offerta di farlo – quali dettagli ci siano dietro l’accordo segreto a cui sono arrivati dopo la presunta violazione delle norme dei loro motori”. La Ferrari si è invece appellata alla clausola di riservatezza.
Molto dura anche la Renault, che chiede più chiarezza: “Vogliamo scoprire qual era il problema relativo alla legalità della loro power unit, per assicurarci di stare alla larga da simili dubbi. Molto semplicemente, anche noi siamo dei produttori di motori, e voglio assicurarmi che le mie power unit non attraversino le stesse questioni di legalità”, ha spiegato il responsabile del team Cyril Abiteboul.
“Ho la stessa opinione di Zak Brown sulla questione. Sembra di parlare di un mondo precedente, ma si tratta di un argomento che ad un certo punto andrà affrontato. Noi non abbiamo intenzione di sfidare il sistema, vogliamo solamente scoprire cos’è successo”, ha detto al sito ufficiale della F1.
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