Insieme a Gigi Buffon appartiene alla non ristretta cerchia di giocatori che non hanno mai conquistato una Champions League nella propria gloriosa carriera, ma se il portierone della Juventus sembra poter avere ancora a disposizione un’opportunità, o forse di più, per alzare la Coppa tanto amata, ma anche stregata, prima di dare l’addio al calcio, Zlatan Ibrahimovic si è chiamato fuori, rescindendo il contratto con il Manchester United (peraltro clamorosamente eliminato agli ottavi dal Siviglia) per sposare la causa della Mls e in particolare dei Los Angeles Galaxy. Del resto, lo svedese ha già avuto prove di non avere feeling con l’ex Coppa dei Campioni, come peraltro con il Pallone d’oro: basti pensare alla stagione vissuta al Barcellona, una delle poche dell’ultimo decennio durante le quali i blaugrana hanno steccato in Champions. Poco male, come ciliegina sulla torta della carriera si può sempre mettere la partecipazione in extremis al Mondiale.
Sì, perché Ibra è pronto a ritornare sui propri passi, due anni dopo aver dato l’addio alla Svezia al termine dell’Europeo 2016. “Se mi sentirò bene, in grado di dare quello che so di poter dare, la porta sarà sempre aperta” ha detto il giocatore al canale ufficiale della Mls, rispondendo a una domanda sulla propria possibile presenza in Russia tra i 23 del ct Andersson dopo che i gialloblù hanno fatto fuori proprio l’Italia nel playoff di novembre. Peraltro la decisione non sembrerebbe spettare al commissario tecnico, bensì… allo stesso giocatore che, in linea con il proprio status da “uomo che non deve chiedere mai”, sembra ignorare il concetto della convocazione: “Mi chiamano ogni giorno, mi chiedono come sto e cosa voglio. Ma bisogna fare un passo alla volta. Se vorrò ci sarò, altrimenti no. Ho voglia di giocare a calcio, vediamo cosa succederà”. Per la serie: Zlatan fino alla fine…
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