C’è una Germania che vince, con la Mercedes, e c’è una Germania che affonda: la Formula 1 sta regalando anche questo. E non è solo per il rendimento di Sebastian Vettel, che tra errori personali, di compagni di squadra e (soprattutto) problemi della sua Ferrari sembra soltanto un lontano parente del ragazzo capace di vincere quattro campionato del mondo di fila con la sua Red Bull.
C’è il rischio serio che – a livello di piloti – la potentissima nazione scompaia dalla griglia di partenza nel Mondiale del 2021. Scaricato dalla ‘Rossa’, non preso in considerazione dalla sua vecchia scuderia (“Per l’anno prossimo siamo al completo” ha tagliato corto Helmut Marko, ex pilota e influentissimo consigliere del team austriaco), Seb è al momento senza contratto per l’anno a venire e l’orizzonte non sembra regalargli nulla di buono. E, non è un dettaglio, è oggi l’unico teutonico a gareggiare nel Circus: Nico Rosberg ha salutato la compagnia dopo essersi fregiato del titolo iridato e il navigato Nico Hulkenberg è rimasto a piedi dopo l’esperienza con la Renault e ora non può fare altro che commentare i Gran premi per un’emittente radiofonica con base a Colonia.
Nel 1981, e stiamo parlando di quarant’anni fa, neanche un tedesco era al via del campionato del mondo. L’anno successivo trovarono posto sia Manfred Winkelhock, al volante di una tedeschissima Ats (Auto Technisches Spezialzubehör, per gli appassionati), che Jochen Mass: quest’utimo, seppure senza colpe, con la sua March fu coinvolto nel tragico incidente che a Zolder, in Belgio, strappò alla vita Gilles Villeneuve, idolo di milioni di tifosi del Cavallino Rampante.
Qualche abitacolo libero c’è ancora e qualche nuovo team potrebbe entrare in F1, ma al momento i tedeschi rischiano grosso. E devono aggrapparsi alle Frecce d’argento. Guidate però da un fenomeno britannico, Lewis Hamilton, e da un buon finlandese, Valtteri Bottas.