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Il Vicenza dei miracoli segnò la fine del Napoli di Ferlaino

Quando Guidolin portò ai veneti la coppa Italia e raggiunse le semifinali di coppa delle Coppe

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Quando i tifosi del Napoli criticano De Laurentiis per la sua gestione da presidente spesso dimenticano dov’era finita la squadra azzurra prima dell’intervento del produttore cinematografico, che da 11 anni mantiene sempre il club al vertice con consecutive qualificazioni alle coppe europee. Adl rilevò il Napoli dal fallimento dopo le gestioni di Corbelli e Naldi, che avevano preso il posto del patron degli scudetti, Corrado Ferlaino. Anche il Napoli di Ferlaino però nei suoi ultimi anni aveva conosciuto più dolori che gioie, compresa la retrocessione in B. C’è una data precisa che segna la fine di un ciclo che aveva conosciuto la gloria piena in epoca maradoniana, ed è la finale di coppa Italia del 1997 quando il Vicenza dei miracoli di Guidolin superò nella doppia finale gli azzurri. Da lì iniziò il baratro che portò la squadra partenopea a retrocedere l’anno dopo e a rimanere nel limbo per anni fino alla ricostruzione avviata da De Laurentiis in serie C.

Napoli e Vicenza stelle per mezza stagione nel ’96-97

Che stagione anomala fu quella, il 1996-97, con il Napoli che alla fine del girone di andata era secondo in classifica e sognava a occhi aperti con la banda irriverente forgiata da Gigi Simoni: Taglialatela era Batman, Cruz il mancino delizioso che spostato in mediana fece faville, Boghossian il centrocampista elegante abbassato a libero per impostare, Turrini il motorino sulla fascia, Pecchia la zanzara della mediana. Bello e impossibile quel Napoli e bello anche quel Vicenza che pure per larghi tratti del campionato si ritrovò ai vertici del campionato. Fu un capolavoro di Guidolin, il tecnico che seguiva le partite accovacciato alla moda dei coach dell’Nba. Nessuna stella ma tutti per uno e uno per tutti, da Di Carlo – la mente del centrocampo – a Maini, da Sartor a Viviani. Un collettivo esaltante che dava spettacolo. E vinceva come non si vedeva dai tempi del compianto Paolo Rossi.

La parabola di Simoni al Napoli

Se nel girone di ritorno sia Napoli che Vicenza non riuscirono a ripetersi fu in coppa Italia che le due squadre arrivarono fino in fondo. I problemi economici di Ferlaino avevano già minato l’ambiente azzurro: annunciate tante partenze dei più forti fino alla bomba deflagrante dell’addio annunciato in anticipo da Gigi Simoni, Si era visto rifiutare il rinnovo biennale dal Napoli e aveva accettato le ricche offerte di Moratti che lo volle all’Inter. Lo disse pubblicamente Simoni e Ferlaino gliela fece pagare con l’esonero, privandolo di quella coppa Italia che aveva conquistato a suon di imprese. Eliminata prima la Lazio di Zeman ai quarti (pareggiando 1-1 a Roma in 9 uomini dopo la vittoria dell’andata) e poi proprio l’Inter affidata a Hogdson in semifinale dopo una sequela di rigori mozzafiato al San Paolo. La finale no, non gliela fece fare Ferlaino che chiamò sulla panchina del Napoli Montefusco.

Cammino più sereno quello del Vicenza che però dovette far fuori il Milan di Baggio ai quarti e poi il Bologna per arrivare in finale. Si giocava in gara doppia: all’andata un gol del baby Longo illuse il Napoli ma al ritorno successe di tutto. Montefusco lasciò in panchina il talentuoso Beto, il centravanti azzurro Caccia prese un palo, Maini sgnò per il Vicenza. 1-0 e supplementari dove i biancorossi dilagano e il Napoli crolla: 3-0 per il Vicenza con gol di Rossi e Iannuzzi e storica coppa Italia ai veneti.

La beffa fu che anni dopo, con Reja in panchina, a fare da vice-allenatore al Napoli venne proprio quel Viviani grande protagonista di quel Vicenza. Che si divertì a prendere in giro bonariamente i napoletani, rivelando che tutta la rosa di quella squadra ogni anno si rivedeva per celebrare l’anniversario di quel trionfo. Brindisi e festeggiamenti per una ferita che a Napoli sanguinò a lungo, visto anche come andò a finire. In coppa delle coppe infatti ci andò proprio il Vicenza e il miracolo continuò.

C’era una volta la coppa delle coppe

Già, la coppa delle coppe che dall’anno successivo fu abolita. Ci partecipavano tutti i vincitori delle coppe nazionali e quel Vicenza fece la storia. Trascinato dai gol del “toro” Luiso, che fu il capocannoniere della manifestazione, arrivò fino in semifinale, fece tremare il Chelsea di Zola battuto 1-0 e si arrese solo a Stamford Bridge perdendo 3-1. Un traguardo mai più raggiunto che ancora oggi inorgoglisce il popolo vicentino.

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