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Italia che unisce: la reazione di Federica, moglie di Paolo Rossi

La giornalista e scrittrice, Federica Cappelletti ricorda quei valori che hanno reso speciale quel gruppo che vinse il Mundial '82, grazie all'irripetibile Paolo Rossi, suo marito

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Inevitabile, a questo punto del racconto degli Europei quando anche il ct Roberto Mancini dona una piccola citazione del suo estro calcistico, che si aspiri, si ambisca o anche solo si menzioni quel sogno che regalò all’Italia del 1982 Paolo Rossi, che ha tradotto in un sorriso eterno quella gioia immensa di esaltarsi con un presidente della repubblica partigiano, Sandro Pertini, in tribuna nella finale di Spagna.

Paolo Rossi, modello di calcio e di vita

Oggi che Paolo Rossi è stato citato dal Mancio come auspicio e come esempio, modello di calcio e di vita, anche sua moglie Federica Cappelletti ha acconsentito a condividere quelle vibrazioni provate guardando l’Italia che, fino ad ora, ha giocato e bene in questi Euro 2020 con entusiasmo e partecipazione, idee e volontà di rischiare.

“A parte un primo momento in cui ci ha fatto effetto seguire le prime partite perché questo doveva essere un momento in cui Paolo sarebbe tornato, è stato un momento particolare, adesso siamo diventate davvero tifose di questa Nazionale che vince e convince. Una Nazionale positiva. Mi piace questo messaggio di ottimismo, di unione, di squadra. Questa forza e questa unione l’ho ritrovata nei ragazzi dell’82. Questa nazionale mi ricorda i principi e i valori che hanno caratterizzato la nazionale dell’82”, ha detto a Radio1 in campo Federica Cappelletti, giornalista e scrittrice.

Federica Cappelletti: i meriti del ct azzurro, Roberto Mancini

“Tutti grandi campioni, assolutamente sì. La differenza, sia per quanto riguarda l’82 che adesso, è che ho notato che non ci sono persone che vogliono emergere più delle altre. C’è un grande spirito di squadra. La nazionale di Toni è stata sicuramente una grande nazionale, con grandi campioni, ma campioni che sono stati anche prime donne”, ha aggiunto Federica.

“A Paolo sarebbe piaciuta molto. Gli piaceva questa Nazionale, gli piaceva Mancini e questo suo modo molto garbato di essere presente ma non invadente. E anche il contributo di Gianluca Vialli, una bella persona. Mi piace tutto il contesto che si è creato intorno alla Nazionale”, ha desiderato precisare sottolineando, ancora una volta, l’importanza del gruppo e di quanto costruito in questi anni dal ct Roberto Mancini.

E di quanto ci sia ancora, nella dedizione e nell’abnegazione per la maglia azzurra, quel senso di Paolo Rossi che ha condensato in poche ma efficaci regole come l’unione, la solidarietà e l’altruismo.

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