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La classifica senza errori arbitrali: terza giornata

Come sarebbe la graduatoria del massimo campionato al netto di topiche e sviste? L'aggiornamento dopo le ultime polemiche a Verona e Torino

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La classifica senza errori arbitrali: terza giornata Fonte: Ansa

Come sarebbe la classifica di serie A al netto di topiche e sviste arbitrali? Rispondere è praticamente impossibile. Bisognerebbe valutare caso per caso, anche una rimessa laterale contestata, un fallo a centrocampo, un episodio dubbio tre minuti prima di un gol o di un rigore. E bisognerebbe anche considerare se quel rigore non concesso sarebbe stato trasformato, o se quell’espulsione non fischiata avrebbe portato poi vantaggi agli altri. La tentazione di cimentarsi nel “giochino”, però, è troppo forte. E allora giochiamo.

La terza puntata – Piccolo riassunto delle puntate precedenti. Nelle prime due giornate, tra le grandi, era stato il Napoli a trarre vantaggio da una clamorosa topica arbitrale, il rigore concesso a Mertens a Firenze. Le altre beneficiarie? Il Brescia contro il Cagliari e il Verona contro il Lecce. Col passare delle settimane, anche qualche altra big ha cominciato a usufruire di qualche regalino. Di chi si tratta? Del Milan, naturalmente. Feroci e roventi le polemiche per l’arbitraggio di Manganiello al Bentegodi nel posticipo domenicale. Ma anche il Toro, oltre al Verona, è furibondo. E qualche discussione ha scatenato anche il mancato rosso a Candreva in Inter-Udinese. 

Furia gialloblu – Tantissimi gli episodi da moviola in Verona-Milan. Lecita l’espulsione di Stepinski, giusto anche l’annullamento del gol del raddoppio di Piatek per carica al portiere. L’ultima decisione arbitrale, però, ha fatto infuriare i sostenitori scaligeri, quella nel recupero sul contatto Calabria-Pessina. Fallo sì, ma fuori area. Niente rigore. Eppure rivedendo l’episodio la sensazione è che fosse proprio rigore. La pensa così anche l’ex arbitro Marelli sul suo blog: “La norma in esame stabilisce che una trattenuta deve essere punita con un calcio di punizione diretto o di rigore nel punto in cui si esaurisce”. Quindi: “La sensazione è che la trattenuta si concluda in area o, quantomeno, a cavallo della linea dell’area di rigore”. Ergo: “Dal mio punto di vista ritengo che sia più rigore che calcio di punizione dal limite”.

Rabbia granata – Discussioni infinite anche a Torino. Era da rigore quell’ultimo abbraccio, a tempo abbondantemente scaduto, tra Tabanelli e Belotti in area leccese? Per quasi tutti i moviolisti sì, non così invece per l’arbitro Giua, il cui parere però contava più di tutti. La sensazione è che ci fossero gli estremi per un secondo penalty per i granata. Molto probabilmente, invece, non sarebbe cambiato il risultato di Inter-Udinese anche in caso di secondo giallo per Candreva, che avrebbe pareggiato il numero dei calciatori in campo. Al termine della partita, infatti, mancavano solo dieci minuti.

La classifica senza errori arbitrali – Ecco, dunque, la classifica dopo tre turni al netto degli errori arbitrali: Inter 9; Bologna 7, Juventus 7, Torino 7; Atalanta 6; Roma 5; Napoli 4, Milan 4, Lazio 4, Genoa 4, Cagliari 4; Verona 3, Parma 3, Sassuolo 3, Spal 3, Udinese 3; Lecce 2, Fiorentina 2; Brescia 1; Sampdoria 0.

La classifica reale – Ed ecco invece la graduatoria “vera”, quella con i punti conquistati sul campo (e con gli errori arbitrali). Tra parentesi sono segnati proprio i punti in più o in meno accumulati da ciascuna squadra: Inter 9; Bologna 7, Juventus 7; Napoli 6 (+2), Milan 6 (+2), Torino 6 (-1), Atalanta 6; Roma 5; Lazio 4, Genoa 4, Verona 4 (+1); Brescia 3 (+2), Cagliari 3 (-1), Parma 3, Sassuolo 3, Spal 3, Lecce 3 (+1), Udinese 3; Fiorentina 1 (-1); Sampdoria 0.

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