L’ex attaccante di Inter, Torino e Parma Hakan Sukur, in un’intervista al New York Times, ha raccontato la sua nuova vita dai rifugiato politico a Palo Alto, dopo essere scappato dalla Turchia nel 2015, a causa della politica fortemente repressiva del regime di Erdogan (c’è un mandato di arresto a suo carico).
“Se mi fossi comportato diversamente, avrei avuto una bella vita. Se avessi detto quello che volevano loro, sarei diventato ministro. Invece adesso vendo caffè, ma almeno non ho perso tutto il rispetto che ho di me stesso”, le sue parole al quotidiano statunitense.
“La Turchia resta il mio paese e amo la mia gente, anche se l’idea che hanno di me è distorta a causa del condizionamento dei media. Ma non sarà sempre buio, io credo che un giorno la luce tornerà e magari un giorno torneremo lì, per riabbracciare anche i miei genitori che ormai vedo solo su FaceTime”.
Sukur è il primatista di reti con la Nazionale turca, con ben 51 gol segnati in 112 partite. Ora si gode la vita sotto il sole californiano: “Qui c’è bel tempo, faccio una bella vita. E poi voglio che i miei figli siano liberi, che siano persone indipendenti. Voglio che visitino altri paesi, che imparino culture differenti, incontrino gente diversa da loro e maturino come individui”.
Sukur, tornato a giocare con una squadra locale, vuole costruire un centro sportivo “ma non è facile, la gente ha paura a farsi vedere con me”. Sukur, dopo una comparsata nel Torino nel 1995, ha giocato in Italia con la maglia dell’Inter nel 2000/2001 e con quella del Parma nel 2001/2002. Per lui 9 gol in tutto in serie A, e la Coppa Italia conquistata nel 2002 con i gialloblu. Ricco il palmarés con il Galatasaray: 8 campionati turchi e 5 coppe di Turchia.
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