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Maurizio Sarri non ne può più e va al contrattacco

L'allenatore della Juventus, Maurizio Sarri, risponde alle accuse degli anti-juventini.

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Maurizio Sarri non ne può più e va al contrattacco Fonte: 123RF

Torna a parlare dopo un lungo periodo di silenzio, complice la sospensione del campionato di Serie A per l’emergenza Coronavirus, il tecnico della Juventus Maurizio Sarri. Intervistato dal canale ufficiale della società, ‘Juve Tv’, l’allenatore bianconero ha toccato diversi argomenti, rispondendo a domande particolari come quella su come ci si senta a guidare il club allo stesso tempo più amato e odiato d’Italia, con parole non certo tenere nei confronti degli anti-juventini.

“In qualsiasi posto d’Italia siamo circondati da entrambi, amore e odio – ha confermato Sarri -. Per tutti siamo quelli sempre favoriti dagli arbitri, poi guardi i numeri e vedi tutt’altro. Sono stato fischiato a Napoli, una città per cui ho dato tutto. Sono stato attaccato dai tifosi della Fiorentina con insulti a mia mamma. Qui alla Juve mi ha colpito tanto l’amore quanto l’odio nei nostri confronti che c’è in tutta Italia. Tutto ciò mi ha legato molto ai bianconeri: quando vieni colpito così tanto dall’esterno, ti attacchi molto di più all’interno”.

Su cosa sta facendo in questo periodo di quarantena, l’allenatore della Juventus ha risposto: “Sto riguardando le nostre partite e studiando un po’, ma sto anche cercando di staccare la spina perché potremmo seriamente ritrovarci a giocare per 14-15 mesi consecutivi se si ripartisse prima dell’estate. Per il resto leggo molto e riguardo partite anche storiche. Ogni volta che vedo il Milan di Sacchi penso che fosse 20 anni avanti a tutti. Il primo viaggio dopo l’isolamento? Roma, per la finale di Coppa Italia. Poi qualche città europea, perché vorrebbe dire che siamo andati avanti in Champions“.

Sulle difficoltà della sua prima stagione juventina e, più in generale, sul suo modo di affrontare momenti sportivamente complessi, Sarri ha poi aggiunto: “Dopo alcune sconfitte mi sono ritrovato solo in casa con la lacrima che scendeva, lo ammetto. Però se fai questo mestiere vivi di passione e queste cose succedono. Penso sia naturale e non certo un segno di debolezza. Da lì puoi ritrovare motivazioni e idee”.

Sarri ha poi parlato della sua esperienza in Inghilterra: “Lì c’è la sensazione che i giovani possano avere tante opportunità. Non solo nel calcio. Detto questo non ci vivrei mai, non capisco come facciano gli italiani che sono lì. Per quanto riguarda il calcio è un altro discorso. La Premier mi manca. C’è un livello tecnico straordinario e un clima incredibile. Non ho mai sentito un coro ‘contro’ dentro a uno stadio e fuori le tifoserie arrivano tutte insieme. I tifosi avversari ti chiedono una foto, gli stadi sono sempre tutti pieni, qualunque sia la competizione. E’ fantastico”.

Al Chelsea, però, il rapporto con lo spogliatoio è stato piuttosto teso nei primi tempi: “Ho avuto un rapporto conflittuale con lo spogliatoio per i primi 6 mesi, ma quando me ne sono andato piangevamo tutti. Non sono uno da pacche sulle spalle, parlo molto degli errori e poco di ciò che viene fatto bene. All’inizio può essere pesante, ma poi ti viene riconosciuta l’onestà. I rapporti più stretti infatti ce li ho con i giocatori che hanno giocato meno con me. Mi chiamano spesso, soprattutto quelli che sono a fine carriera e vorrebbero cominciare ad allenare”.

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