Luciano Spalletti gonfia ancora il petto dopo il pareggio di Napoli: “Tante cose mi sono piaciute, ma allo stesso tempo si deve trovare sempre qualcosa per migliorare. Non dobbiamo credere che ci sono dei dubbi sulla strada da percorrere ma dobbiamo fare ancora passi in avanti. Vogliamo arrivare lontano, dove ancora non lo sappiamo. Mi è piaciuto l’andare a giocarla, la convinzione dei ragazzi di giocarsela contro una squadra così. Qualche volta mi hanno fatto anche stringere i denti quando palleggiavano bassi, però sono usciti bene e creato anche qualche difficoltà al Napoli”.
Martedì si torna già in campo, con la Sampdoria: “Tutte le partite sono insidiose. Quando giochi con squadre con questo entusiasmo, classifica e allenatore sono ancora più insidiose. Sono costruiti bene. Giampaolo è uno fortissimo, dobbiamo essere bravi a ripartire da zero e affrontare le insidie di ogni partita, ci vogliono sempre la stessa attenzione, qualità e personalità. Bisogna riazzerare tutto”.
Sarri l’ha definito il ministro della difesa ma a Spalletti resta un dubbio: “Sarri sa dare sempre il massimo professionalmente, sul piano qualitativo l’ho definito Ministro dell’Economia. Spero che lui abbia detto così perché ha pensato altrettanto. E’ uno bravo, come me l’ha detto non lo so, ma può dire ciò che vuole”.
“Bisogna puntellare le scelte e avere una ricerca costante di nuove opportunità – conclude la sua analisi -. Non ci facciamo tirare nel vortice delle domande e dei commenti, sappiamo come siamo fatti, i nostri pregi e difetti. Spero che anche per voi sia così… Continuate a domandare dello scudetto, ma fino a che ne parlate vuol dire che non lo siamo perché avete dubbi. Alla Juve non lo domandate mai, quindi per essere da scudetto serve che non ce ne parliate più. Dobbiamo migliorare alla Pinetina, usarne meglio le strutture per aumentare le qualità e le certezze, è un passo dopo passo. Se sei impostato bene col corpo hai fatto due passi nel giusto equilibrio. Poi potete dire ciò che volete, i giocatori assumono quelle sembianze che vogliono loro, perché sanno cosa vogliono e dove vogliono arrivare”.
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