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Mourinho mette ansia a Conte: "All'Inter deve vincere"

Con poche parole lo 'Special One' inchioda il suo collega-rivale, e la frecciata è evidente anche verso Sarri.

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Mourinho mette ansia a Conte: "All'Inter deve vincere" Fonte: 123RF

José Mourinho non è mai banale e quando parla è in grado anche solo con sette parole di scombinare gli equilibri di inizio stagione e di mettere pressione a due delle principali squadre del campionato (Juventus e Inter) oltre che dei loro rispettivi allenatori (Maurizio Sarri e Antonio Conte), non a caso entrambi transitati dal “suo” Chelsea.

Proprio questo è ciò che si è verificato dopo l’intervista che lo ‘Special One’ ha concesso alla ‘Gazzetta dello Sport’, che lo ha pizzicato nei box della Ferrari a Silverstone, dove si è recato come semplice tifoso di Formula 1 (“La Ferrari è qualcosa di speciale, ti fa venire voglia di stare dentro la macchina”, si è limitato a dire).

Ben più interessanti però le parole sulla serie A e su ciò che si aspetta in una stagione piena di cambi di panchine. E di fronte a una domanda lunga e complessa (“In Italia, in Serie A, quattro delle prime sei dell’ultima stagione hanno cambiato allenatore: Maurizio Sarri alla Juventus, Antonio Conte all’Inter, Marco Giampaolo al Milan, il connazionale Paulo Fonseca alla Roma. Solo Carlo Ancelotti a Napoli e Gian Piero Gasperini all’Atalanta sono rimasti al loro posto. Previsioni?”) la risposta secca di Mourinho è destinata da un lato a far sognare i suoi ex tifosi nerazzurri, dall’altro ad aumentare le aspettative verso il lavoro di Antonio Conte: “L’Inter quest’anno deve vincere“.

E Mourinho ci ha aggiunto anche un “Sicuro”, per essere certo che il suo messaggio fosse chiaro: l’uomo del Triplete si è pronunciato e si aspetta un’Inter vincente già da quest’anno, nonostante la Juventus di Cristiano Ronaldo. E di Maurizio Sarri, altro indiretto bersaglio della sua frecciata.

E il suo futuro? “Il calcio mi manca molto – ha ammesso il portoghese -. Mi mancano l’adrenalina, il campo, il mio lavoro. Il calcio è il calcio”. Quindi l’ammissione di essersi messo a studiare il tedesco. Ma la Bundesliga non c’entra necessariamente: “No, sto studiando il tedesco perché mi manca questa lingua. Parlo inglese, spagnolo, portoghese, francese, italiano. Poi, certo, non escludo nulla, neppure la Germania”. E l’Italia? “Sempre un Paese splendido”, la chiosa finale. Chissà se premonitrice di qualcosa…

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