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Ravezzani: “Tra 4 mesi non sarà cambiato nulla, facciamo così"

L’eventuale ripresa del campionato continua a far discutere, il giornalista di TeleLombardia fa esplodere la polemica

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Ravezzani: “Tra 4 mesi non sarà cambiato nulla, facciamo così" Fonte: Ansa

Il mondo del calcio si trova a un bivio. Ritornare in campo e concludere il campionato oppure dichiarare qui la fine della stagione 2019/2020 come è successo in Francia o in altri paesi. La situazione diventa sempre più difficile da affrontare ogni giorno che passa, le possibilità di tornare agli allenamenti il 4 maggio sono state cancellate dall’ultimo decreto del Governo e il futuro resta incerto.

Ravezzani: “E’ il momento di decidere”

E ormai sono in tanti tra gli addetti ai lavori a chiedere una decisione. L’idea di Federazione e Lega è quella di tornare in campo, mentre il governo continua a prendere tempo nella speranza di qualche cambiamento. Una soluzione però che rischia di creare ancora maggiore confusione.

E arriva l’attacco di Ravezzani: “Sulla ripresa del calcio a settembre vale sempre la stessa considerazione: anche tra quattro mesi il virus ci sarà. Spostare in avanti il problema non significa affrontarlo. Anzi. Dunque o tutto il mondo impara a conviverci e ad accettare qualche rischio, oppure non si ripartirà mai”.

La reazione dei social: “Attesa giustificata”

Sul tema lanciato da Ravezzani i tifosi si dividono. Da una parte ci sono i tifosi che credono che questo prendere tempo sia una prova di cautela per avere a disposizione maggiori dati per affrontare la crisi: “Andare oltre settembre per lei vuole dire rinviare all’infinito. Spostare in avanti il problema significa guadagnare tempo per progettare il futuro. Il più grande errore in un progetto è iniziare a fare subito qualcosa”, sostiene Agostino. E ancora: “La soluzione quale sarebbe secondo lei? No perché leggo solo critiche a Spadafora ma nessuno che propone una soluzione. Giocare ok, ma come?”.

Ma c’è anche chi spinge per una ripresa in tempi brevissimi: “Porte chiuse e stop. Atleti giovani e sani, probabilità di infusione grave molto bassa, Dybala non è morto e non è finito neanche in ospedale (meno di uno stiramento”, commenta un tifoso. E ancora “Giocare accettando il rischio. Come avviene nella vita di tutti i giorni”.

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