Non è stato di certo un investimento minimo. La Russia ha speso più di 10 miliardi di dollari per costruire stadi e infrastrutture per il Mondiale 2018, il primo nell’Europa dell’Est. Lo racconta in un suo studio la CNN. Lo Stadio di San Pietroburgo, progettato dal giapponese Kurosawa, sembra una navicella spaziale. L’Ekaterinburg è stato rimodernato ma mantiene lo stile neoclassico sovietico, a Sochi c’è invece il Fisht stadio a forma di montagna innevata, già usato per i Giochi Invernali 2014.
Lo Stadio Luzhniki di Mosca, che ospitò le Olimpiadi Estive nel 1980, quelle del boicottaggio da parte degli Stati Uniti, è stato rinnovato, così come quello di Kalingrad, che sorge su un’isola. La Rostov Arena è diventata alta quanto le cascate del Niagara, la Arena di Volgograd sostituisce il vecchio Stadio Centrale, lo Spartak di Mosca cambierà colore sulla facciata quando la sua squadra giocherà in casa.
Lo stadio di Nihzy Novgorod, sulle sponde del Volga, imita lo scintillio delle sue acque e sorge accanto all’imponente cattedrale; la Samara Arena è in costruzione e avrà una cupola di vetro che si illumina di notte; la Mordovia Arena di Saransk avrà gli esterni color bianco e arancione; la Kazan Arena è stata ideata dagli stessi architetti di Wembley e ha sulla facciata lo schermo ad alta definizione più grande del mondo.
Anche per tutto questo un vero peccato che l’Italia non si sia qualificata. Quanta amarezza, il primo dicembre scorso, quando al Cremlino è stato effettuato il sorteggio dei gironi. La Svezia, che ci ha buttato fuori, è stata inserita nel medesimo raggruppamento di Germania, Messico e della Corea del Sud. Girone soft, invece, per i padroni di casa: l’urna ha decretato che Uruguay, Arabia Saudita e l’Egitto di Hector Cuper (e Mohamed Salah) saranno i loro primi rivali.
SPORTAL.IT
