A cantare il De Profundis alla Juve ora escono tutti fuori. Il crollo con l’Ajax viene visto come metafora della fine di un sogno ma anche di un ciclo, perchè per i bianconeri la Champions continua ad essere l’Europa maledetta e perchè c’è l’aggravante di aver tentato invano l’all-in con l’acquisto di Ronaldo. Non c’era bisogno di Cr7 per vincere l’ottavo scudetto di fila, il portoghese era stato preso per la coppa dalle grandi orecchie che però – anche stavolta – tirerà qualcun altro. Per Mario Sconcerti l’epilogo non è stato sorprendente. L’editorialista del Corriere della Sera arriva a scrivere che tutti conoscevano il finale della storia: “Era quasi chiaro dovesse finire così, credo lo sapesse anche Allegri, anche l’ultimo dei giornalisti, ma nessuno ha avuto il coraggio di dirlo”.
I MOTIVI – Ma perchè la Juve è stata messa in ginocchio dai giovani olandesi? Sconcerti spiega: “La risposta più semplice è che l’Ajax gioca meglio della Juventus, non è migliore in assoluto, ma è più moderno, non c’è stata partita. La mia impressione a caldo è che finisca un’epoca. Non per la sconfitta, non è la prima, si compensa con tante vittorie, ma quasi per noia, per sfinimento culturale”. In pratica la Juve è stata vittima di se stessa e della sua involuzione “Ma la Juve non ha solo perso, non è riuscita in due partite nemmeno a far paura all’avversario”.
IL CALCIO CAMBIA – In sostanza il calcio degli altri si evolve, cambia, cresce. Quello della Juve è rimasto stabile e per vincere in Europa non basta: “Sei fuori perché gli ultimi ti hanno spinto ai margini, giocando un calcio che tu non hai nemmeno dimostrato di conoscere. Conviene a tutti ricominciare da capo”. Che poi si riparta ancora da Allegri è un’altra storia e chissà come l’hanno presa i tifosi che da tempo stavano prendendo le distanze dal tecnico livornese.