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Serie A, dal governo un indizio sulla data del ritorno in campo

Per il ministro dello sport Spadafora la Serie A, ferma per l'allerta Coronavirus, potrebbe tornare in campo il 3 maggio.

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Dopo le ipotesi delle ultime ore, arriva dal governo un indizio in più su quale possa essere la data ideale per far ripartire il campionato di Serie A di calcio. Il ministro delle Politiche Giovanili e dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha dato infatti un’indicazione precisa nel corso di un’intervista ai microfoni del TG1.

“Ritengo che la Serie A possa tornare a giocare il 3 maggio” ha detto il ministro, che ha dato seguito alla prima delle tre ipotesi allo studio, escludendo momentaneamente quelle che rivorrebbero la ripresa della massima serie del calcio italiano il 9 o il 16 maggio.

Spadafora ha anche parlato della possibilità di giocare a porte chiuse alla ripresa dei tornei: “Valuteremo in seguito se far giocare le partite a porte aperte o a porte chiuse. Poi, oltre al campionato, dobbiamo ricordare che torneranno le competizioni internazionali, come Europa League e Champions League, che andranno ad aggiungersi al calendario”.

Sulla questione legata alle perdite economiche delle società sportive e sul piano fiscale d’emergenza da parte del governo, Spadafora ha aggiunto: “Abbiamo sospeso tutti gli adempimenti fiscali fino al 30 maggio per tutte le Federazioni sportive e per tutte le altre attività sportive. Abbiamo sospeso gli affitti di tutte le strutture di proprietà dello Stato e abbiamo previsto una indennità di 600 euro una tantum per le decine di migliaia di collaboratori sportivi che sono in giro per l’Italia e lavorano nelle piccole realtà italiane”.

Per quanto riguarda la possibilità di allenarsi, però, il ministro ha annunciato nuove direttive da parte del governo: “Nelle prossime ore bisognerà prendere in considerazione un divieto completo dell’attività all’aperto – ha detto -. Quando abbiamo lasciato libera scelta l’abbiamo fatto perché la comunità scientifica ci aveva chiesto di non vietarlo tassativamente per permettere di svolgere attività a chi è costretto a farlo per altre patologie”.

“Resta comunque l’appello generale di restare a casa, ma se l’appello non viene rispettato servirà un divieto assoluto” ha chiosato Spadafora.

SPORTAL.IT

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