Si scrive Shanghai, si legge “Ritorno al Futuro”. Una sorta di pellicola che il mondo del tennis ha visto già qualche buon anno addietro: Medvedev e Djokovic primi attori in un Masters 1000, proprio come avveniva sistematicamente qualche anno fa. Perché dopo la caduta di Zverev, seguita a quella ben più rumorosa di Sinner, adesso in terra cinese gli uomini da battere (palmares alla mano) sono proprio quei due là, capaci di spostare indietro le lancette di almeno 4 anni.
- Quando Nole e Daniil 4 anni fa dominavano il mondo
- Nole, questa si che è un'occasione da sfruttare
- Medvedev è in crescita e ha messo la testa "a posto"
Quando Nole e Daniil 4 anni fa dominavano il mondo
Era il 2021 quando Nole e Daniil si spartivano la maggior parte dei tornei del circuito. C’erano anche Nadal e persino Federer, che pure giocò poco, col fisico che già cominciava a presentargli l’ultimo conto (quello definitivo), ma i più vincenti dell’anno furono loro due. Che si ritrovarono l’uno di fronte all’altro in tre occasioni, tutte in finale: a Melbourne e Parigi-Bercy vinse Nole, a Flushing Meadows s’impose il russo, che quel giorno (a sorpresa) spezzò il sogno del serbo di centrare il Grand Slam (aveva vinto tutti i tornei slam dell’anno, ma alla 28esjma partita vide infrangersi il proposito del filotto di 4 trionfi).
L’ultima finale disputata, sempre agli US Open, è storia vecchia di due anni, con Djokovic che si prese la rivincita, nonché il 24esimo e ultimo titolo slam della carriera (almeno fino ad oggi). Da allora il mondo s’e capovolto, con Alcaraz e Sinner divenuti dominanti e soprattutto con Nole e Daniil che per diversi motivi hanno perso più di un giro.
Ma a Shanghai il destino offre loro una possibilità per restaurare le vecchie abitudini. E una settimana fa in pochi avrebbero potuto immaginare uno scenario simile.
Nole, questa si che è un’occasione da sfruttare
Contro Munar, Djokovic spera di conquistare ulteriore credito e fiducia dopo le prove un po’ ondivaghe offerte con Cilic e Hanfmann. Le uscite di Fritz e soprattutto Sinner (che avrebbe potuto sfidare in semifinale) ne fanno la testa di serie più alta dell’intero torneo: i pericoli maggiori sulla via che conduce alla finale potrebbero arrivare da Holger Rune, che pure dovrà vedersela col granatiere scelto Mpetshi Perricard e semmai con uno tra Vacherot e Griekspoor prima di potersi presentare eventualmente al cospetto del serbo.
Che un’occasione così non la vedeva da tempo, tale da spingerlo a credere che il digiuno di vittorie in un Masters 1000 che dura da 23 mesi (Parigi-Bercy 2023, battendo in finale Dimitrov) sia più di una semplice possibilità.
Medvedev è in crescita e ha messo la testa “a posto”
Medvedev sono quasi due anni e mezzo che non alza un trofeo: Roma 2023 è diventato nel tempo un incubo, perché da allora le successive 6 finali disputate l’hanno visto uscire sempre sconfitto. L’estate tumultuosa vissuta tra una sconfitta traumatica e una litigata con il giudice di sedia non ha ancora spento la sua eco, come si è visto anche la settimana scorsa a Pechino nel match perso contro Tien.
Adesso però a Shanghai c’è l’occasione di un pronto riscatto, nonché di una rivincita proprio con il giocatore statunitense, arresosi poi in finale contro Sinner. Dalla parte del russo i pericoli maggiori fanno rima con Alex de Minaur, Jiri Lehecka e (si spera) Lorenzo Musetti, che a sua volta contro Auger-Aliassime sa di giocarsi un’opportunità ghiotta per fare strada in un torneo dove molte teste di serie sono cadute.
Medvedev negli ultimi tempi ha fatto vedere di stare ancora bene e di aver rimesso a posto più di un ingranaggio della sua macchina: chissà se anche per lui, come per Nole, la sorte ha riservato un bel giro di giostra. Di sicuro un Masters 1000 così, con i primi 4 del mondo assenti addirittura dagli ottavi, è merce più unica che rara. E a chi è rimasto dentro non resta che cogliere al volo l’occasione.
