Virgilio Sport

Tour de France, 15a Tappa: fa festa Wellens, che spiega perché tra Belgio e Italia oggi c'è un abisso. Fair play Pogacar

Quinta vittoria belga su 15 tappe: Wellens gode della libertà che gli concede Pogacar e la sfrutta a dovere. La maglia gialla in controllo: attende anche Vingegaard e Lipowitz, caduti a inizio tappa

Pubblicato:

Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Il Belgio è una nazione di 12 milioni di abitanti. L’Italia ne ha quasi 60 milioni, ma nel ciclismo è come se le proporzioni venissero ribaltate. Perché i belgi vanno (e vincono) che è un piacere, potendosi anche permettere di vedere ritirato il loro corridore più avvezzo alle corse a tappe (Remco Evenepoel) e pure il velocista principe (Jasper Philipsen). Tanto qualcuno che non fa rimpiangere chi manca da quelle parti lo trovano sempre: ad esempio Tim Wellens, che con un numero d’altri tempi azzecca la fuga giusta e conquista la tappa numero 15 del Tour, in una domenica che come da copione non ha riservato alcuna sorpresa limitatamente alla classifica generale.

Anche senza i big per il Belgio è (quasi) sempre festa

Il Belgio sin qui ha monopolizzato un terzo di Tour. Cinque sono state infatti le tappe conquistate da un corridore belga: un paio le ha vinto Merlier, una Philipsen, una anche Evenepoel, a cronometro, giusto per provare a lasciare un segno. Wellens ha portato la quinta vittoria di tappa, mentre l’Italia resta appiccicata al successo di Jonathan Milan, utile peraltro per interrompere una striscia di 113 frazioni senza successi italiani.

Questo per dire che il Belgio avrà anche poco più di un sesto degli abitanti dell’Italia, ma almeno nel ciclismo sa come fare crescere meglio i propri talenti. È un confronto divenuto impari: una volta c’erano Merckx contro Gimondi e Moser, poi per decenni i belgi si sono specializzati nelle classiche, dove pure gli italiani si difendevano benone. Adesso, il divario è abissale. Perché un numero come quello fatto da Wellens i corridori italiani (ahi noi) se lo sognano.

Wellens vince con astuzia e malizia. Gaffe Alaphilippe

Brava la UAE a concedere a uno dei pretoriani di Pogacar lo spazio per infilare l’ennesimo assolo in una grand boucle che la formazione del Medio Oriente continua a dominare. Wellens ha attaccato ai -40 km dall’arrivo, in discesa, sorprendendo un gruppetto di fuggitivi dopo che invero sino a quel momento aveva giocato un po’ al gatto col topo, limitandosi a stare a ruota (legittimo interesse).

Campenarerts, Storer e Simmons hanno fatto il suo gioco, e soltanto l’altro belga ha potuto poi trovare lo spunto per andarsene nel finale, chiudendo al secondo posto. La volata del gruppetto inseguitori l’ha vinta Julian Alaphilippe, che per come ha esultato è sembrato quasi non sapere che davanti a lui erano già transitati i due belgi. Poco male: un segnale l’ha battuto anche il “moschettiere”, con Van Aert subito alle sue spalle.

Piccola nota a margine: dei 24 battistrada, usciti sin dalla prima ora, nessun batteva bandiera italiana. Affini, giunto 39esimo a 6 minuti nel gruppo maglia gialla, è il meglio piazzato. Capite le differenze…

Vingegaard e Lipowitz a terra, Pogacar li “aspetta”

Per Pogacar la giornata è stata decisamente tranquilla. Unico sussulto nella prima parte, quando alla radio è arrivata la notizia di una lieve caduta (senza conseguenze) nella quale sono incappati Vingegaard e Lipowitz, secondo e terzo della generale. Dall’ammiraglia UAE il diktat è partito chiaro, chiedendo allo sloveno di rallentare (ordine eseguito). Qualcuno però ha approfittato della stasi del momento per prendere il largo, tra gli altri Van Aert che è rimasto allo scoperto per tutta la giornata.

Dettagli, si dirà: domani il Tour si ferma per il secondo giorno di riposo, poi da martedì arrivano nuovamente le montagna, con il Mont Ventoux che determinerà altri probabili scossoni alle spalle di Pogacar (a meno di una “cotta” della sloveno…). Poi toccherà alle Alpi: vero è che il Tour sembra già chiuso (e forse lo è), ma ci sarebbe una settimana ancora per provare a vedere l’effetto che fa. Con la UAE a smistare le carte, tanto anche senza Almeida la corazzata resta tale.

Leggi anche:

Proteggi

ULTIME GALLERY

ULTIME NOTIZIE

SPORTS IN TV
E IN STREAMING

GUIDA TV:
Eventi sportivi in diretta tv oggi

SPORT TREND

Caricamento contenuti...