È dal 2021 che Conor McGregor non mette piede su un’ottagono, ovvero dallo sconfitta per KOT del 10 luglio contro Dustin Poirier a UFC 264. Nel mezzo un fritto di misto di esperienze sullo stile del controverso fighter irlandese, una traversata nel deserto di partecipazioni cinematografiche, annunci di candidature politiche, scandali vari. Ma forse, e l’avverbio va sottolineato, i tempi potrebbero essere maturi per rivederlo nel suo principale impiego che tanta fortuna gli diede, ovvero combattere.
- Il prossimo 4 luglio un evento UFC alla Casa Bianca?
- McGregor annuncia che combatterà alla Casa Bianca
- Chi dovrebbe essere l'avversario di McGregor
- Sfuma la candidatura di McGregor alla presidenza dell'Irlanda
Il prossimo 4 luglio un evento UFC alla Casa Bianca?
L’occasione la potrebbe dare lo storico appuntamento del prossimo 4 luglio 2026, non tanto per le celebrazioni dei 250 anni dell’Indipendenza degli Stati Uniti quanto per il fatto che la Casa Bianca ospiterà (o meglio, potrebbe ospitare) un evento UFC. Puntualizziamo che la data, estremamente simbolica, è anche per ora estremamente ipotizzata, perché si attendono conferme ufficiali: d’altronde non è facile prenotare e preparare a momenti un palasport, figuriamoci la sede della presidenza di una superpotenza mondiale.
Con Donald Trump comunque siamo abituati ad aspettarci di tutto, e considerando i rapporti strettissimi con il capo dell’UFC Dana White, esponente del MAGA nel mondo sportivo, le possibilità sono davvero concrete. E lo stesso capo della Casa Bianca, si sa, è appassionato di MMA, oltre ad essere persino presente nella Hall of Fame di quel baraccone che è il WWE.
McGregor annuncia che combatterà alla Casa Bianca
Trump dai primi anni Duemila ha creduto fermamente nelle potenzialità di una UFC che muoveva i primi passi, e decenni dopo un evento alla Casa Bianca sarebbe il degno coronamento di tutto ciò. E la presenza di Conor McGregor, che piaccia o meno è stato icona di questo sport tanto da trascinarlo fuori dalla nicchia facendolo conoscere al grande pubblico, sarebbe più che sensata, almeno a livello di marketing.
Se da Dana White non ci sono ovviamente per ora annunci ufficiali in questa direzione, colui che è stato il primo fighter a detenere due cinture mondiali in due categorie di peso differenti non si è tenuto il cecio in bocca e a Fox&Friends ha confermato che combatterà il prossimo 4 luglio nella prestigiosa sede di Washington D.C.
Chi dovrebbe essere l’avversario di McGregor
“Io ci sono”, ha detto riferendosi alla potenziale card della Casa Bianca, che eventualmente non verrà svelata prima di febbraio. McGregor ha quindi rivelato il suo avversario: “Combatterò contro Michael Chandler”, con cui non ha mai incrociato le ostilità dentro un ottagono (nel giugno 2024 doveva esserci un match, poi saltato ufficialmente per un infortunio di McGregor), ma ha condiviso nel 2023 l’esperienza, alla guida di opposti team, nel talent per nuovi lottatori UFC The Ultimate Fighter. “Lui è un bravo ragazzo, uno tosto”, ha proseguito l’irlandese.
A Chandler la prospettiva di combattere contro McGregor piacerebbe pure, come ha lasciato intendere in passato. E nel frattempo deve però risalire la china dopo le tre sconfitte di fila contro Poirier, Charles Oliveira e Paddy Pimblett.
Sfuma la candidatura di McGregor alla presidenza dell’Irlanda
Nell’attesa che si realizzi questo match, probabilmente per i pesi leggeri quindi sulle 155 libbre, il fighter irlandese dopo l’esperienza come attore nel cafonissimo remake di Road House al fianco di Jake Gyllenhaal, sembrava destinato ad intraprendere la carriera politica. Puntando però in alto, ovvero alla presidenza dell’Irlanda.
Tuttavia il lottatore non scenderà in campo ufficialmente per le elezioni del prossimo ottobre. McGregor ha dovuto ritirare la propria candidatura a seguito della condanna in sede civile per un’accusa di aggressione sessuale, mossagli da una donna per via dei fatti risalenti a Dublino nel 2018. Il fighter aveva scampato l’azione penale, ma riguardo la causa civile ha perso quest’anno il ricorso. E quindi la corsa alla presidenza del proprio Paese si è dovuta necessariamente fermare.
