I presupposti per una simile svolta, impressa dall’annuncio e da una conferenza stampa che hanno preceduto il suo primo incontro ufficiale nella meravigliosa Reggia di Venaria, vanno ricercati anche nelle sua continua, quasi estenuante ricerca dell’attenzione, dell’auto controllo, della conoscenza di sé intrapresa, dopo più che una ragazzina, con il dressage.
Allora, Elisabetta Canalis, era poco più che una ragazza approdata alla televisione e alla notorietà grazie a un ruolo che, in quella televisione, si collocava tra il serio e il faceto, tra l’ironico e l’ingenuo sul bancone del programma satirico rivelatosi tra i più longevi della nostra televisione, “Striscia la notizia”.
- Il kickboxing nella carriera di Elisabetta Canalis
- L'incontro con le arti marziali e l'addio all'equitazione
- Kickboxing e conoscenza di sé
Il kickboxing nella carriera di Elisabetta Canalis
Lunedì 13 giugno, a Milano, Elisabetta Canalis ha esternato le proprie riflessioni su un passaggio cardine che la vede protagonista sul ring con Rachele Muratori, il 18 giugno prossimo, di un incontro di kickboxing ufficiale, all’interno della ‘Night of Kick and Punch’. La modella dovrà sostenere un match sulla distanza di tre riprese da un minuto e mezzo ciascuna.
Le regole saranno quelle dello stile low kick: pugni al viso ed al corpo, calci al viso, al corpo ed alle gambe.
“Sono felice della presenza di tanti giornalisti e fotografi a questa conferenza stampa – il primo commento della Canalis nel corso della presentazione dell’evento, tenutasi a Milano -. Uno dei motivi per cui ho voluto salire sul ring è aiutare la kickboxing ad avere maggiore spazio sui mezzi di comunicazione. Vivo a Los Angeles e quindi so quanta visibilità hanno gli sport da combattimento negli Stati Uniti”.
Perché, precisa Elisabetta, “questi atleti meritano di essere famosi a livello nazionale anche in Italia. Ammiro molto la campionessa di ‘mixed martial arts’ Amanda Nunes e le fuoriclasse di kickboxing e muay thai che vedo combattere nel circuito One Championship”.
“A proposito – ha aggiunto -: oggi con noi c’è Joseph Lasiri che ha vinto il titolo mondiale dei pesi paglia di One Championship. Mi sono allenata anche con lui, sotto lo sguardo attento di Angelo Valente. Voglio fare i complimenti a Joseph per aver compiuto una grande impresa”.
L’incontro con le arti marziali e l’addio all’equitazione
Parole misurate, da esperta della comunicazione. Anche se però, per dirla alla Muratori, sembra “strano pensare di dover picchiare la Canalis”, ovvero una figura che ha con continuità praticato le arti marziali in un percorso personale di disciplina e consapevolezza che, a 43 anni, l’hanno indotta a compiere una nuova esperienza distante dai suoi trascorsi televisivi e di modella.
Kickboxing e conoscenza di sé
L’incontro con l’equitazione, per Elisabetta Canalis, risale all’epoca della sua giovinezza quando non era ancora una protagonista assoluta dello showbiz nostrano e che si è strappato, logorato proprio per dedicarsi alla carriera. In un’intervista del 2020 a Ok, Salute la modella ha ripercorso il suo incontro con queste antiche discipline:
“Per la verità, però, il mio primo amore sportivo è stata l’equitazione. Ho praticato per una decina di anni il dressage, facendo anche qualche gara di salto a ostacoli. Poi, con l’ingresso nel mondo della televisione, mi è stato detto che era un’attività troppo, tra virgolette, pericolosa. E, allora, ho virato su qualcosa di più «tranquillo»”.
Arti marziali, appunto. Quanto evidenziato, con costanza e insistenza, è il beneficio che deriva da pratiche simili è una maggiore sicurezza interiore che, nel caso della Canalis, si traduce nell’apprendere le tecniche di controllo e difesa:
“Significa saper trasmettere una sorta di energia guardando negli occhi chi ti molesta. Nel caso di vera aggressione, invece, in particolare il krav maga è un’ottima tecnica di autodifesa. Il segreto è il counter attack, la reazione che di solito il malintenzionato non si aspetta quando ti afferra. Se però corpo e mente hanno memorizzato particolari mosse di difesa, questi scatteranno in automatico per liberarti. Non è la forza che salva, ma le velocità con cui si reagisce. È tutta una questione di movimenti fatti al momento giusto con la rapidità giusta. Così vengono abbattute le differenze, a partire da quelle di genere. Fortunatamente, comunque, non mi sono mai capitate situazioni estreme, ma semplicemente qualche sciocco che cercava di allungare le mani in discoteca”.
Ciò quanto Elisabetta ha condiviso in un articolo che ha ripercorso il proprio incontro con discipline antiche e preziose, nella sua testimonianza, per la sua crescita personale. Una passione che, alla vigilia di un debutto inaspettato dopo una carriera da velina e modella, Sanremo e il ruolo ultimo di inattesa testimonial per la Liguria la proietta, verso il pubblico, con una veste inedita.