Sono iniziate ufficialmente le Olimpiadi di Tokyo 2020: al blindatissimo Stadio Olimpico della Capitale giapponese è andata in scena la spettacolare cerimonia d’apertura.
Sono appena mille gli spettatori che si sono goduti lo show allo stadio, fra cui l’imperatore Naruhito e diversi capi di stato o autorità provenienti da tutto il mondo.
La cerimonia, prima di esplodere un emozionante spettacolo di suoni, luci e colori, è iniziata con un video e una coreografia che hanno raccontato l‘anno terribile trascorso a causa della pandemia.
La narrazione per musica, suoni e colori è poi continuata illustrando la successiva rinascita dello sport. Conclusa l’introduzione hanno fatto il loro ingresso sulla tribuna d'onore il presidente del CIO Thomas Bach e l’imperatore del Giappone Naruhito.
Dopo l’ingresso della bandiera giapponese, l’esecuzione dell’inno nipponico e l’esibizione di alcune grandi star dello spettacolo, è iniziata la sfilata delle delegazioni.
Oltre 200 le delegazioni delle Nazioni di tutto il mondo, che hanno sfilato nell'ordine alfabetico giapponese a parte la prima Grecia, patria delle Olimpiadi e al primo posto.
L’Italia ha sfilato come diciottesima nazione, dietro ai portabandiera Elia Viviani (ciclista) e Jessica Rossi (tiratrice), entrambi campioni olimpici.
Dopo i discorsi ufficiali del presidente del Cio Thomas Bach, di Seiko Hashimoto e della proclamazione dell'imperatore Naruhito...
...è arrivata la bandiera delle Olimpiadi, portata da 6 atleti tra i quali la nostra Paola Egonu.
Quindi il momento del giuramento olimpico pronunciato al centro dello stadio da alcuni atleti in rappresentanza di tutte le nazioni.
L'accensione della fiamma olimpica ha chiuso la cerimonia: la torcia è stata portata fino al braciere da atleti giapponesi paraplegici e da ragazzini.
L'ultima tedofora è stata a sorpresa la star del tennis Naomi Osaka.
Dopo i discorsi ufficiali e la proclamazione dell'imperatore Naruhito sul via dei Giochi, è arrivata la bandiera delle Olimpiadi, portata da 6 atleti tra i quali la nostra Paola Egonu.
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