Due medaglie d’oro, nei 100 metri e nella staffetta 4x100 e tre record italiani ed europei nei 100 metri migliorati in poche ore. Lo sprinter di origini texane vince la “gara delle gare”, riscrive la storia dell’Italia nella velocità ed è l’uomo-copertina di Tokyo 2020 per l’intera spedizione azzurra.
Attesa tra le stelle dell’Olimpiade, la ginnasta statunitense ha commosso tutti denunciando di soffrire di twisties e dovendo rinunciare a cinque delle finali in programma. Rientra in gara e conquista un brono nella trave dopo l’argento deel concorso a squadre.
Lorenzo Patta in prima frazione, poi Marcell Jacobs, Fausto Desalu e Flippo Tortu. Questa la formazione azzurra che conquista un incredibile e inatteso oro nella staffetta veloce, avendo la meglio sulla Gran Bretagna in un palpitante sprint finale, vinto per un centesimo con il tempo di 37”50.
Il bis dell’oro di Rio 2016 non è arrivato, ma viste le premesse Super Greg ha fatto pure meglio. L’argento negli 800 metri e il bronzo nella 10 km di fondo fanno del carpigiano il super eroe del nuoto italiano, capace di andare oltre le sofferenze e una preparazione compromessa dalla mononucleosi contratta a giugno.
Le soddisfazioni non arrivate dalla strada arrivano dalla pista per il ciclismo italiano. Il quartetto composto da Consonni, Ganna, Lemon e Milan vince la medaglia d’oro nell’inseguimento, che mancava da Roma 1960, migliorando per due volte il primato del mondo, fissato in 3'42"032.
Dove ebbe inizio la pioggia di ori dell’atletica italiana. Il marchigiano riscatta il dramma della mancata partecipazione a Rio 2016 con una finale perfetta nel salto in alto, senza errori. Oro a 2.37, ex aequo con l’inseparabile amico Barshim dopo lo sguardo d’intesa per rinunciare allo spareggio.
Lo statunitense è l’atleta-simbolo del nuoto a Tokyo 2020 insieme all’australiana Emma McKeon. Cinque medaglie conquistate, tutte d’oro, nei 50 e 100 stile libero e nei 100 farfalla, con altrettanti record del mondo, e nelle staffette 4x100 stile libero e 4x100 misti.
La medaglia della sofferenza. Dopo due amari quarti posti e una drammatica serie di infortuni, a 30 anni la ginnasta bresciana corona il sogno del podio olimpico con il secondo posto nel corpo libero con il punteggio di 14.200. L’Italia non andava a medaglia nella ginnastica femminile da Amsterdam 1928.
La marcia olimpica è italiana. Poche ore dopo l’oro di Massimo Stano nella 20 km maschile, tra le donne trionfa nella stessa distanza Antonella Palmisano che ottiene la soddisfazione sportiva di una vita nel giorno del 30° compleanno. Una prova di forza e di classe, una marcia stilisticamente impeccabile per il quinto oro dell’atletica italiana a Tokyo 2020.
Due veterani hanno partecipato alla loro ottava Olimpiade consecutiva. La prima è la 46enne ginnasta uzbeka Oksana Chusovitina, oro nella gara a squadre a Barcellona 1992 con l’Urss e argento nel volteggio a Londra 2012 coi colori della Germania.
Il secondo è il 51enne spagnolo Jesus Angel Garcia, specialista della 50 km di marcia, quarto a Pechino 2008 e quinto ad Atene 2004, ma campione del mondo a Stoccarda nel 1993.
I sogni del beniamino di casa Kohei Uchimura di bissare l’oro olimpico di Rio 2016 svaniscono per una caduta alla sbarra.
Un’altra caduta, ben più terribile, ha coinvolto Connor Fields, campione olimpico in carica di BMX, trasportato all’ospedale in terapia intensiva. Fortunatamente ora lo statunitense sta meglio.
Federica Pellegrini chiude tra le lacrime la sua avventura olimpica e agonistica con il settimo posto nella finale dei 200 stile libero, raggiunta per la quinta volta consecutiva.
In casa Italia, oltre a quelle della Divina, ci sono altre lacrime: quelle di Osmany Juantorena, nipote del mitico “Caballo” dell’atletica Alberto, che con la sconfitta con l’Argentina vede sfumare l’ennesima chance di oro olimpico per sé e per il volley maschile.
45”94: è questo il tempo fatto segnare nella finale dei 400 metri a ostacoli dal norvegese Karsten Warholm, autore del record del mondo dell’atletica più pazzesco di questa Olimpiade.
Per la spedizione azzurra le medaglie storiche sono davvero tante, ma quella più significativa probabilmente è quella di Irma Testa, prima italiana a vincere una medaglia a cinque cerchi nella nobile arte del pugilato.
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