La Juventus, l’inizio e la prosecuzione di un ciclo vincente, la memorabile notte di Berlino. Andrea Barzagli ne ha di aneddoti da raccontare. E lo fa in un’intervista a ‘Cronache di Spogliatoio’, alla quale partecipa anche l’interista Alessandro Bastoni. Partendo dal nuovo modo di difendere portato a Torino da Antonio Conte.
“Se mi ricordo il primo allenamento in cui abbiamo provato la difesa a 3? Lascia stare, lascia stare, è stato un dramma. Anche perché sia io che Bonucci e Chiellini eravamo tutti abituati a giocare a 4. Tutti centrali. Leo alla fine è rimasto centrale e gli è cambiato poco, io e Giorgio un tantino nel corso degli anni ci siamo modificati per quel ruolo lì.A 3 le prime volte con Conte è stato molto strano, quella di Gasperini l’ho provata da avversario e devo dire che è un caos. Certe volte difendi e dici: ‘Ma quanti sono in area’, e sono 7 o 8 e ti chiedi come mai. Attaccano, difendono. Ti crea un po’ scompiglio. Con Gasperini devi essere forte fisicamente, atletico. Ne servono di caratteristiche”.
Conte e Gasperini. Due martelli, due ossessi, due con cui allenarsi è un divertimento ma anche un lavoro massacrante. Anche se utile, quando si scende in campo la domenica. “Arrivare sul finale di partita e avere ancora gamba è grazie ad allenatori che chiedono tanto alla propria squadra fisicamente. Gasperini mi hanno detto li fa allenare molto di più di Conte. Io Conte ce l’ho avuto: come lui non c’è n’è. Avevo detto ‘Per fortuna non ho mai incontrato Gasperini’, perché mi avevano detto peggio. Con Allegri i carichi erano minori rispetto a Conte”.
Se lo spogliatoio è sacro, certe dinamiche possono essere diverse da giocatore a giocatore. Come rivela Barzagli, ad esempio, il rapporto con Dani Alves è stato piuttosto complicato. ” Abbiamo avuto un po’ di problemi con Dani Alves perché lui metteva la musica a palla, era abituato al Barcellona e dicevano che è una cosa che succede spesso. Ma anche in Inghilterra le squadre hanno la musica forte prima della partita. A un certo momento gli avevano detto ‘Guarda Dani, scusa ma qui c’è chi vuol stare concentrato e chi meno’, e quindi si metteva la musica a palla nelle cuffie e ballava da solo. Poi alla fine entrava in campo e lo vedevi che era uno dei più concentrati. La cosa è molto soggettiva”.
“Il professionista esemplare al fischio d’inizio ma con l’approccio più leggero e spensierato che abbia mai trovato in carriera è Dani Alves. Al di là di come si faceva vedere dall’esterno, era una persona molto concentrata in campo. Ne trovi tanti, però è meglio viverla così che viverla di tensione, che vedi la gente super-concentrata che poi entra in campo e ha già fatto mezzo tempo da quanto è concentrata. Ognuno è fatto suo modo”.
Chiusura con i ritiri estivi, al via in queste settimane. Ricordi non esattamente felici per Barzagli. ” Ho visto veramente i mostri nei primi ritiri, che ancora andavamo in montagna. Adesso la Juventus non li fa quasi più i ritiri, va subito a giocare in tournée, ma in montagna al mattino e il pomeriggio… la gente dormiva da tutte le parti, vedevi che si appoggiava. Però te lo ritrovi: quando vai più degli altri vuol dire tanto. Sono stato per 2 anni in camera con Padoin ed è un ragazzo educatissimo, poi abbiamo iniziato a stare tutti da soli alla Juventus. Prima si usava di più avere il compagno. Anche in Nazionale succedeva spesso. Sai come funziona, anche se sei in camera da solo ti ritrovi nella stanza di uno e sei lì in 4 o 5 a dire due cavolate. Se sono un giocatore da Playstation? No, zero”.