Il caso di presunta positività al testosterone che ha investito Paul Pogba in queste ore torna a scuotere il mondo del calcio e rigetta sul pallone l’ombra del doping. Il Polpo è, però, solo l’ultimo di una lunga serie di campioni che hanno visto la propria carriera segnata dalla positività a sostanze proibite.
Quello di Palomino è uno degli ultimi casi in ordine di tempo. Trovato positivo al Clostebol Metabolita, uno steroide anabolizzante derivante dal testosterone, nel precampionato 2022-2023, il difensore dell’Atalanta venne squalificato e poi assolto nel novembre 2022 dal Tribunale Sportivo antidoping perché le prove portarono all’evidenza una contaminazione accidentale.
Esterno offensivo passato anche dalla Juventus, Jonathan Bachini, venne squalificato per un anno e licenziato dal Brescia nella stagione 2004-2005, dopo essere stato trovato positivo ai metaboliti della cocaina. Nel 2005 passò al Siena, ma a gennaio 2006 venne trovato nuovamente positivo al test della cocaina. Accadimento che pose, di fatto, fine alla sua carriera, vista la squalifica a vita e la radiazione a fine marzo 2006.
Ai tempi del Milan, a fine 2006, Marco Borriello risultò positivo a prednisone e prednisolone e venne squalificato per tre mesi.
La sua seconda avventura al Perugia, nella stagione 2000-2001, coincise con la positività al nandrolone, che lo fermò per un anno. Ripartì dalla Serie B, ma la sua carriera proseguì per altre undici stagioni, fino al 2011, quando – da calciatore del Napoli – dopo un infinito girovagare, viene girato in prestito al Pescara.
Problemi con il doping, anche per l’attuale tecnico del Manchester City. I fatti risalgono al 2001, quando Guardiola, appena arrivato a Brescia, risultò positivo al nandrolone in due circostanze e venne squalificato per quattro mesi. Nel 2005 venne condannato a sette mesi di reclusione dalla giustizia ordinaria. In appello, però, fu assolto poiché il fatto non sussisteva.
Trovato positivo al nandrolone, così come il compagno Stefano Sacchetti, nel maggio 2001 ai tempi del Piacenza, venne sospeso per otto mesi, ridotti a quattro.
Positivo alla cocaina a marzo 1993 quando militava nelle file della Roma, il talentuoso argentino venne squalificato per tredici mesi.
Altri due giocatori squalificati per doping durante la loro avventura in giallorosso sono l’ex portiere di Lazio, Juve, Inter e Nazionale, Angelo Peruzzi, e Andrea Carnevale, stop di un anno comminato a entrambe per aver assunto fentermina mediante pastiglie anti-obesità.
Diventato colonna della retroguardia del Palermo, nel 2009, Carrozzieri venne trovato positivo a un metabolita della cocaina, la benzoilecgonina. Sospeso immediatamente e si scusò pubblicamente, ma venne squalificato per due anni.
Il forte centrale portoghese della Lazio è stato squalificato per doping nel 2001 e, nel 2007, condannato a quattro mesi di reclusione.
Trovato positivo al nandrolone nell’aprile del 2001, il centrocampista olandese in forza alla Juventus fu squalificato per quattro mesi. Un mese più tardi anche la FIFA lo sospense per la medesima motivazione dopo i controlli di rito al termine della gara amichevole tra l’Olanda e la Turchia.
Il roccioso centrale inglese finì al centro delle cronache, nonché fu escluso per otto mesi dalla nazionale dei tre leoni, per essersi rifiutato di sottoporsi ai test antidoping.
L’attaccante fiorentino venne trovato positivo alla benzoilecgonina, metabolita della cocaina, nel 2007 e sospeso per 16 mesi, aumentati a 24. Due anni più tardi, nella stagione 2009-2010, quando veste la maglia dell’Empoli, risultò nuovamente positivo alla cocaina. A giugno 2010, il Tribunale nazionale antidoping lo squalificò per 12 anni.
L’iconico e sopra le righe portiere della Colombia, nel 1993, rimase in carcere per sette mesi dopo aver fatto da mediatore in un sequestro senza avvisare le forze dell’ordine, ma questa è un’altra storia. Nel 2004, invece, venne trovato positivo alla cocaina.
L’ex difensore della Juventus, Mark Iuliano venne trovato positivo alla cocaina nel 2008, quando vestiva la maglia del Ravenna. Fu condannato a due anni di squalifica.
L’attaccante ricordato soprattutto con le maglie di Reggina e Inter venne trovato positivo a un controllo antidoping nel 2003, proprio durante il suo periodo nerazzurro. Fu fermato per otto mesi, squalifica poi ridotta.
Il rumeno venne trovato positivo alla cocaina nel settembre 2004, appena due gare dopo il suo approdo al Chelsea. Venne squalificato per sette mesi e costretto a pagare una multa di 20mila sterline. Il controverso passaggio alla Juventus, via Livorno, portò la FIFA a multarlo della cifra record da oltre 17 milioni di euro per aver rescisso con il Chelsea dopo l’accertata positività. I guai di Mutu continuarono anche nel 2010 con tracce di metaboliti della sibutramina riscontrate in due distinti controlli il 10 e il 20 gennaio. Ad aprile venne, così, squalificato per nove mesi.
Nel dicembre 2007, l’attaccante brasiliano venne trovato positivo alla finasteride, si difese sottolineando di utilizzare un prodotto per prevenire la calvizie.
Positivo al nandrolone pochi mesi dopo il suo approdo alla Lazio nella stagione 2000-2001, il poderoso difensore olandese venne squalificato per cinque mesi, ridotti a quattro.
L’eccentrico difensore portoghese passato anche dalla Roma venne trovato positivo agli steroidi durante la sua esperienza biennele (2005-2007) al Middlesbrough. Squalifica di 18 mesi, ridotta a un anno.
La positività alla cocaina dopo Napoli-Bari nella stagione 1990-1991, pose fine all’esperienza al Napoli del Pide de Oro. Maradona venne squalificato per un anno e mezzo e riprese dal Siviglia. Nel 1994, durante il mondiale americano, un nuovo controllo anti-dopingi lo costrinse a fermarsi. Trovato positivo all'efedrina, venne espulso dalla rassegna iridata.
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