Può capitare che, per una congiunzione concatenata di eventi con scarsa probabilità di accadimento, avvenga che Simone Biles cada dopo l’errore commesso dalla connazionale Sunisa Lee e che anche la temibile Rebeca Andrade non riesca a realizzare la perfezione illustrata sulla trave da Alice D’Amato.
Senza Asia, che pure l’ha sostenuta come e più dalla distanza, la neo campionessa olimpica ha scoperto (di nuovo) che il mito statunitense della ginnastica non è invincibile. Ha deciso di splendere, dopo aver incassato la delusione di quel gradino che l’ha esclusa dal podio.
- Chi è Alice D'Amato, campionessa olimpica della trave
- L'incontro con la ginnastica artistica
- La vittoria su Simone Biles e Rebeca Andrade
- La sorpresa della trave
- La dedica a papà e famiglia
Chi è Alice D’Amato, campionessa olimpica della trave
Quali percentuali di successo avesse Alice alla vigilia di questa gara non era prevedibile. L’assurdo ha reso possibile quel sogno che la generazione di Alice, sua sorella gemella Asia, Manila Esposito, Elisa Iorio e Giorgia Villa ha coltivato sul modello di Vanessa Ferrari, suo malgrado divenuta un riferimento indispensabile per il movimento e la crescita dello stesso, uno di quegli sport assai praticati ma di poca luce.
Se non durante le settimane olimpiche e grazie anche al contributo che la stessa Vanessa ha dato al suo sport, ai progetti, alla cura e al sostegno attraverso seminari, progetti e corsi che continua a tenere nella sua Brescia. Prima di Parigi, un infortunio l’ha tenuta lontana dai Giochi (è stata con le Fate, ma non ha preso parte alle gare a causa del suo infortunio) non paga dell’argento di Tokyo. Ha sostenuto le compagne, senza poter gareggiare.
Alice D’Amato giovanissima durante gli Europei 2019
L’incontro con la ginnastica artistica
Alice, come la sorella Asia, è cresciuta con l’immagine e il riferimento di una ginnasta meravigliosa ed elegante come Vanessa. Fin dagli esordi, a Genova, le sorelle della ginnastica avevano manifestato qualità fuori dall’ordinario, preferendo ben presto la ginnastica artistica a quella acrobatica.
Talenti chiari, netti che sono stati curati anche grazie al sacrificio dei loro genitori: a 10 anni da Genova la decisione di trasferirsi a Brescia, all’Accademia Internazionale, per dedicarsi alla ginnastica. Le compagne di squadra sono state loro vicine quando il padre è morto, nel settembre 2022, da lui hanno imparato la forza per superare le difficoltà che hanno incontrato. Difficile non pensare che la dedica sia per lui e per Asia che ha palesato attraverso i social il suo orgoglio.
Sacrifici enormi, i loro. Per questo oro ha lasciato investito la loro giovinezza, facendo scelte differenti che nel caso di Alice l’hanno ripagata con titoli e medaglie. Una scelta.
D’Amato e Esposito durante l’attesa del corpo libero
La vittoria su Simone Biles e Rebeca Andrade
Insomma, la vittoria su Simone Biles di Alice non è stata la prima né così remota, a ragionare su questa edizione segnata dalla ginnastica artistica, per l’Italia azzurra.
Questa parigina non è la prima Olimpiade per la campionessa classe 2003; a Tokyo era nella spedizione azzurra ed era già matura. Vincitrice della medaglia di bronzo a squadre ai Mondiali del 2019 e di ben dieci medaglie ai Campionati Europei.
La sorpresa della trave
Specialista alle parallele asimmetriche, estremamente abile anche sulla trave ha brillato in questa Olimpiade ma primeggiando in modo inaspettato. Alle parallele ha vinto la medaglia di bronzo ai Campionati Europei nel 2019, prima italiana a riuscire in tale impresa, cui ha fatto seguito l’argento nel 2022, l’oro nel 2023 e un secondo oro nel 2024.
Ha vinto l’argento olimpico a squadre (e già aveva fatto meglio di Biles) con le Fate dietro agli Stati Uniti, l’oro alla trave a Parigi 2024, l’argento conquistato agli Europei del 2024 e dal quarto posto ottenuto alle Olimpiadi di Parigi, miglior risultato di sempre per un’italiana in una finale all-around olimpica.
La dedica a papà e famiglia
È inoltre, insieme a Nastia Liukin, Simone Biles e Rebeca Andrade, l’unica ginnasta ad aver conquistato cinque finali ai Giochi dall’introduzione del nuovo codice dei punteggi a ribadire come la statunitense sia e rimanga una campionessa fuori da ogni perimetro, ma che Alice – con 21 anni appena – abbia saputo cogliere l’occasione che la stessa Biles le ha offerto. Senza cedere, però, nel corpo libero. Ma questa è un’altra storia. La medaglia d’oro di D’Amato c’è ed è un moto d’orgoglio, per lei e per la sua famiglia.