Non si avrebbero più notizie da alcune ore della campionessa iraniana di arrampicata Elnaz Rekabi, che la scorsa settimana ha partecipato ai Campionati asiatici in Corea del Sud senza l’hijab: lo riferisce la BBC persiana citando fonti vicine, che hanno riferito di non riuscire a mettersi in contatto con l’atleta dalla serata di lunedì.
- La scomparsa misteriosa di Elnaz Rekabi
- Aveva gareggiato senza hijab: di Rekabi nessuna traccia
- Le prime indiscrezioni sulla sorte di Rekabi
La scomparsa misteriosa di Elnaz Rekabi
Secondo le stesse fonti, a Elnaz sarebbero stati sottratti passaporto e cellulare – dettagli estremamente sospetti, se confermati – e neanche la sua famiglia ha più avuto sue notizie. Una misteriosa scomparsa, quella della campionessa in un clima di crescente tensione e continue manifestazioni in difesa dei diritti civili basilari.
Un Paese attraversato da violenze e misteriosi casi di improvvisa irreperibilità tra le giovani donne che sono scese in piazza per ribadire i più elementari diritti, continuamente violati e soffocati: una protesta civile esplosa dopo l’assurda e tragica morte di Mahsa Amini.
Casi simili hanno fatto scattare l’allarme: tra le persone arrestate e irreperibili, come l’italiana Alessia Piperno.
La BBC ha contattato il Garden Seul Hotel, dove alloggiava il team iraniano del quale era parte la stessa Rekabi, che avrebbe lasciato l’albergo lunedì mattina diretto in Iran, anche se era previsto che la squadra rientrasse mercoledì mattina.
Elnaz Rekabi
Aveva gareggiato senza hijab: di Rekabi nessuna traccia
Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana che ha partecipato domenica senza hijab alla competizione di arrampicata nella capitale sudcoreana, stando a queste prime informazioni e ai timori seguiti potrebbe essere trasferita direttamente da Seul nella famigerata prigione di Evin a Teheran.
Elnaz Rekabi
Le prime indiscrezioni sulla sorte di Rekabi
Secondo la ricostruzione fornita da una fonte anonima a IranWire, Reza Zarei, il capo della Federazione di arrampicata iraniana, l’ha condotta con l’inganno nell’edificio dell’ambasciata iraniana a Seul dopo aver ricevuto ordini da Mohammad Khosravivafa, presidente del Comitato olimpico iraniano.
Khosravivafa avrebbe ricevuto ordini dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane (IRGC).
“Elnaz ha deciso di apparire senza l’hijab circa un mese fa e sapeva che avrebbe gareggiato senza l’hijab obbligatorio”, ha detto una fonte a IranWire. “Neanche lei ha chiesto asilo perché suo marito è in Iran e voleva tornare dopo la competizione. Prende sempre decisioni così audaci.
La squadra avrebbe dovuto tornare in Iran, ma all’improvviso hanno cambiato i suoi piani”, ha aggiunto la fonte a IranWire.
La decisione di gareggiare senza velo, da parte dell’atleta, ha violato la regola che vuole per le sportive iraniane obbligate a indossare l’hijab che Elnaz non ha indossato, durante la sua arrampicata.