Ayrton Senna è ritenuto uno dei più forti piloti di tutti i tempi. Vinse di tutto e bene, ma rimase vittima di un incidente fatale a Imola nel 1994: il puntone della sospensione anteriore destra si spezzo e bucò la visiera procurandogli un trauma cranico fatale. Morì all'Ospedale Maggiore di Bologna dove giunse in elicottero, ma ogni tentativo si rivelò vano. Senna morì senza riprendere conoscenza
Tra i piloti italiani di F1 rimasti più impressi nella memoria degli appassionati, Elio de Angelis si è riservato un non luogo di affetto e vicinanza da parte dei tifosi. La sua vicenda, paradossale e sul sottile filo dell'assurdo, ha toccato chiunque: de Angelis aveva insistito con il compagno Pratese per provare lui la sua Brabham-BMW BT55 appena messa a punto. A causa della perdita dell'alettone, quel 14 maggio 1986, la Brabham si avvitò in aria rimbalzando più volte sull'asfalto prima di abbattersi contro il guardrail e prendere fuoco. Inutili i primi isolati tentativi degli altri piloti in pista ovvero di Jones, Mansell e Prost di estrarre de Angelis dalla monoposto in fiamme; inutili, perché giunsero con colpevole ritardo i soccorsi. Elio morì il giorno successivo a Marsiglia
Francese di origini italiane, Jules Bianchi fu inserito nella Ferrari Academy a 20 anni. Fu vittima di un incidente terribile durante il Gran Premio del Giappone, nel 2014: le sue condizioni si rivelarono presto gravissime. Spirò nove mesi dopo, ad appena 25 anni, senza risvegliarsi dal coma
Roland Ratzenberger aveva la stessa età del pilota brasiliano Ayrton Senna, quando la sua vita finì contro la curva Gilles Villenueve. Dopo le due drammatiche perdite sul circuito di Imola, il sindacato dei piloti chiese e ottenne un cambiamento radicale del tracciato di gara, per enderlo più sicuro
Milanese, avrebbe compiuto 24 anni da lì a pochi giorni. Invece perse la vita in un tamponamento assurdo alla partenza del Gran Premio del Canada del 1982. Nonostante i tempestivi interventi di Didier Pironi e dei commissari di gara, la sua Osella prese fuoco e ciò impedì che fosse estratto immediatamente e soccorso
L'Aviatore è stato tra i più amati e rimarrà un mito per gli appassionati di F1. Perse la vita tragicamente, anche lui. Sul circuito di Zolder, il pilota della Ferrari tentò il sorpasso della march di Jochen Mass. Un'incomprensione sul sorpasso causò il contatto fatale: Villenueve urtò con la ruota anteriore sinistra quella posteriore destra della March. La sua Ferrari spiccò il volo per circa 25 metri compiendo due looping completi. Quando la monoposto rimbalzò sull'asfalto, il pilota venne sbalzato fuori dall'abitacolo e ricadde sulla spalla a circa 50 metri di distanza. Perse il casco, le scarpe e il volante prese una traiettoria che lo proiettò a 180 metri. Fu stabilizzato e trasferito in ospedale dove venne attaccato alle macchine. Dopo consulti e confronti con gli specialisti interpellati, giunse l'autorizzazione della moglie Joanna
La sua perdita fu un segno indelebile nei compagni e negli amici della F1. Francois Cevert aveva solo 29 anni quando per cause che rimasero supposizioni, come quella avanzata da Niki Lauda, la sua monoposto - una Tyrrell - prende una Esse senza curvare, a 200 km/h e impatta contro le barriera rimbalzando dall'altra parte dopo essersi capovolta e spezzata. Un incidente devastante, dopo il quale Jackie Steward decide di ritirarsi
Mark Donohue durante il Gran Premio d'Austria ebbe un incidente (al volante di una March gestita dal team Penske) nelle prove libere della domenica a causa dello scoppio di uno pneumatico, nella curva denominata Hella-Licht Kurve. Venne estratto vivo e trasferito in ospedale, ma già durante il tragitto si manifestarono le conseguenze dell'emorragia cerebrale che lo aveva colpito. L'intervento lo aiutò, ma non gli salvò la vita: spirò dopo tre giorni
Helmuth Koinigg rimase ucciso da uno degli incidenti più terribili che ricorda la F1 a Watkins Glen International. Nonostante l'orrore, la gara non fu interrotta e un semplice telo venne osto sul suo corpo, destando ancora più sconcerto e indignazione
La sua tragica morte ha segnato la Svezia e il Gran Premio d'Italia del 1978. A causa del semaforo verde anticipato vi fu una terribile collissione in cui rimesero coinvolti Ronnie Peterson, Riccardo Pratese, Clay Regazzoni e Vittorio Brambilla. Nell'assurdità che si verificò, i soccorsi non giunsero subito e ciò ritardò l'arrivo all'ospedale Niguarda di Peterson che fu colpito il giorno dopo l'intervento alle gambe subito da embolia lipidica
Tom Pryce scomparve durante il Gran Premio del Sudafrica del 1977. L'incidente in pista di cui rimase vittima ha toccato profondamente l'opinione pubblica: Pryce investì, involontariamente uno dei due ragazzi che aveva con sé un estintore per spegnere l'incendio divampato sulla monoposto del compagno Renzo Zorzi. Quell'estintore, portato dal 19enne Frederik Jansen Van Vuuren - investito e ucciso a 270 km/h - colpì Pryce che morì sul colpo. Fu comunque trasportato in ambulanza in ospedale e solo dopo vennero collegati i due terribili avvenimenti
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