“Non abbiamo resistito”. Così Ivan Zazzaroni presenta sul suo profilo Twitter la prima pagina del Corriere dello Sport titolata “Capitano mio capitano”, citazione della poesia di Walt Whitman citata nel classico cinematografico “L’attimo fuggente”, a corredo delle foto dei possibili capitani di colore di tutte le squadre della serie A: Matuidi e Colley per Juve-Samp, Obi e Campbell per Chievo-Frosinone, Acquah e Asamoah per Empoli-Inter, Kouamé e Lafont per Genoa-Fiorentina, Caicedo e N’Koulou per Lazio-Torino, Gervinho e N’Zonzi per Parma-Roma, Boateng e Zapata per Sassuolo-Atalanta, Diawara e Mbaye per Napoli-Bologna, Bakayoko e Gomis per Milan-Spal.
LE CRITICHE. Una rassegna di facce che però non è piaciuta a tutti i lettori, almeno a giudicare i commenti piovuti sul profilo Twitter di Zazzaroni. “No Zazza, non mi piace… mi sembra voler evidenziare che siano una specie protetta, come si fa con le quote rosa. Non è così che si combatte il razzismo”, fa notare Sara; “Peggio dei buu allo stadio”, liquida Danilo, mentre “Io mi domando se non vi rendiate conto di quanto sia razzista questa cosa”, si chiede Utopia. C’è anche chi apprezza, ma è in netta minoranza: “Bellissima pagina. Non è coraggio ma pura logica di chi vuole combattere. Poi vengono altri discorsi ma intanto questo è un messaggio forte per tutti. Magari venisse fatto”, spiega BiaMatt.
LA REPLICA. Zazzaroni incassa, ma poi sbotta, ritwittando l’ennesima critica, firmata da Marco. “Il solo fatto che abbiate “””pensato””” a questa pagina rende perfettamente l’idea dell’arretratezza sulla cultura d’integrazione”, gli scrive il follower. Il direttore del Corriere dello Sport replica così, spiegando il significato della pagina: “L’arretratezza la ritrovo negli stadi, per le strade, nella rete, nel suo commento: questa prima ha un solo significato: se ululi all’avversario ululi al tuo giocatore. Troppo complicato per lei”. La polemica sui social è sempre viva, anche per scegliere come dire no al razzismo.