Giulia Galtarossa si aggiunge alle ginnaste che hanno denunciato abusi, violenze psicologiche e pressioni di vario tipo legate al peso e al loro aspetto. "Sono arrivate a pesarmi anche 4 volte al giorno: era diventato un problema anche bere mezzo litro d’acqua dopo ore di allenamento. Una volta un’assistente dello staff mi ha urlato in un ristorante, un posto convenzionato con la federazione. Stavo sbucciando una pera. Entra e mi guarda con occhi sgranati, per poi dirmi: “Giulia, tu ti stai mangiando una pera?”. Non potevo. Uno o due etti cambiavano la giornata in palestra. Una volta mi hanno dato una dieta e alla fine c’era scritto un messaggio per me: Abbiamo un maialino in squadra“, le sue parole terribili sullo stress e le pressioni subite e già svelate dalle colleghe.
Anna Basta, ginnasta celebre e atleta di punta delle Farfalle ha svelato di aver pensato al suicidio: "Una volta non ho agito perché è entrata una persona in stanza e mi sono scossa. La seconda ero in mezzo alla gente". Il problema principale era quello legato al peso, e alla necessità di non ingrassare, come confessato anche dall'ex compagna Nina Corradini. Nei messaggi scambiati con la mamma su Whatsapp nel 2019 emerge tutta la disperazione della Basta, legata all'atteggiamento di chi sarebbe dovuta essere la sua guida ovvero le allenatrici, le urla delle quali le rimbombavano nelle orecchie anche di notte: "Ho sognato la bilancia, un incubo" e poi ancora: "So che in due giorni posso tornare al peso di prima ma non devo toccare cibo - le sue parole a 'La Repubblica' - . Significa che appena un giorno mangio una fetta di carne in più è la fine".
Il racconto altrettanto centrale, in questa terribile vicenda che ha costretto a un vertice immediato, è stato quello di Nina Corradini: "Mangiavo anche sempre meno ma ogni mattina salivo sulla bilancia e non andavo bene: per due anni ho continuato a subire offese quotidiane". Dopo essersi trasferita con le Farfalle a Cesano Maderno, gli allenamenti erano quotidiani, per circa otto ore ma dopo un primo periodo di serenità, Nina Corradini ha capito che non era il mondo che aveva sognato. "Per le allenatrici ero solo una pedina, non c'era rapporto umano. Non mi hanno mai chiesto come stessi. Io pesavo sui 55 chili ma l'allenatrice aveva sempre da ridire. Il cibo era diventato un incubo, pensavo alle conseguenze del mangiare determinati alimenti. Avevo imparato che di notte perdevo 3 etti e che un bicchiere d'acqua ne pesava 2". Quando ha intrapreso il suo percorso universitario, Nina ha trovato il coraggio di confidarsi con i genitori. Solo quando Nina Corradini, che oggi frequenta Scienze della Comunicazione, è riuscita a dire basta, l'angoscia ha iniziato a farsi meno profonda. Ed è stato in quel momento in cui l'ex Farfalla è riuscita a parlare con i suoi genitori. "Sul treno mi sono sentita sollevata. Durante il mio periodo in squadra non ho mai parlato dei problemi con i miei genitori, neanche con le compagne: la competizione era molto alta, era più forte dell'amicizia. Inoltre credevo che loro stessero bene, mi sentivo quasi in colpa a stare male. Non è stato facile raccontare a loro quanto accaduto e i reali motivi che c'erano dietro la mia decisione di abbandonare la ginnastica ritmica. Gliene ho parlato separatamente: mamma si è messa a piangere in un ristorante, papà invece si è arrabbiato tanto con le allenatrici. Anche perché ero minorenne".
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