Giuliano Razzoli, sciatore specialista dello Slalom e oro a Vancover nel 2010, a 37 anni punta alla medaglia nella sua terza Olimpiade in carriera. Razzoli è stato intervistato da Sportmediaset, intervento nel quale si è raccontato a lungo:
“È qualcosa di speciale sì, qualcosa che sogni da bambino. Poi io ho avuto persino la fortuna di vincerla. Vancouver è un ricordo indelebile e incredibile. È stato un sogno fortemente voluto e cercato, che mi ha dato la possibilità di trasmettere emozioni e ricevere affetto. Sono riuscito a regalare qualcosa alla gente e questa è una delle cose più belle che succedono nello sport. Se potessi parlare ora a quel giovane Giuliano gli direi solo di goderselo di più, quel momento”.
Una carriera, la sua, fatta di alti e bassi ma che gli ha permesso di essere quello che è oggi:
“Le aspettative sono degli altri, ognuno deve vivere la propria carriera. Avrei potuto fare di più? Certo, ma ho avuto tanti problemi fisici e adesso sono qui anche per questo. Perché se non avessi avuto tutti quegli infortuni, a 37 anni forse avrei smesso di sciare perché non avrei avuto quella voglia di riscatto e di tornare ad alti livelli che invece ho adesso. La mia avventura è stata bellissima così, tra alti e bassi”.
Nonostante questo, Razzoli dice di non avere alcun rimpianto:
“Pochi giorni fa a Kitzbühel ho visto che c’era la possibilità di vincere e ci ho provato senza accontentarmi di un altro piazzamento. Sono finito fuori poco prima del traguardo perché ho spinto ma il rimpianto sarebbe stato non averci provato. Io ce l’ho sempre messa tutta, in ogni occasione, poi quello che si raccoglie non dipende sempre e solo da noi stessi: se ad esempio a Pechino faccio la mia gara perfetta e arrivo quarto, sono comunque contento perché il mio l’ho fatto e vorrà dire che ci saranno stati in tre più bravi di me a cui non potrò che fare i complimenti. In fondo lo sport è soprattutto questo, è un modo per crescere, anche se spesso ce ne dimentichiamo”.
L’obiettivo numero uno per Pechino è quello di tornare al podio dopo sei anni di assenza:
“È stato bellissimo, grandioso e meritato. Niente è casuale e quel podio dopo tanto tempo mi ha dato fiducia in vista di Pechino. Nelle ultime gare mi sono sentito vicino ai migliori ed era importante che questo succedesse prima delle Olimpiadi perché così adesso ho una consapevolezza diversa. Sono contento di essere qui, in questo momento a giocarmi le mie possibilità. Ho inseguito per tutta la vita la sciata perfetta che forse non esiste, ma adesso sento che sto esprimendo la mia sciata migliore e questo è bellissimo. Sciare come sto sciando ora è sempre stato il mio sogno”.
Infatti per lo slalomista, tornare alle Olimpiadi non è sufficiente:
“
Ho sempre detto che il mio sogno non era tornare alle Olimpiadi, ma tornare alle Olimpiadi con delle chances di portare a casa un risultato. Io ce l’ho fatta, sono qui dopo un percorso complesso che mi dà carica e fiducia. Il fatto stesso di andare ai Giochi è bellissimo ma non basta: non ci si va solo per partecipare ma per provare a portare a casa qualcosa”.
Infine, a 37 anni, confessa di non avere per niente voglia di smettere:
“Io ho sempre guardato avanti e visto che sto bene, anche fisicamente, non penso a smettere. Di sicuro sono verso la fine della mia carriera ma se sono competitivo posso andare avanti ancora uno o due anni. Anche perché sono decisamente in credito con la fortuna e non si sa mai…”.