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Haas, Steiner: "Sapevamo cosa ci attendeva con due rookie"

Il TP ha anche sottolineato la crescita mostrata nel corso della stagione da Schumacher e Mazepin

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Haas, Steiner: "Sapevamo cosa ci attendeva con due rookie" Fonte: Getty images

Una stagione di rodaggio, per prendere la mano su una vettura completamente differente da quelle che aveva guidato sia Schumacher che Mazepin prima di approdare in F1.

La scuderia americana ha deciso di puntare, per la prima volta nella sua storia, sulla coppia di rookie composta dal campione F2 2020 Mick Schumacher e Nikita Mazepin, ed inoltre ha preferito non adeguare la monoposto ai minimi cambiamenti regolamentare imposti.

Con queste scelte è stato inevitabile affrontare un 2021 tutto in salita, ed infatti il team non è riuscito ad ottenere nemmeno un punto in classifica chiudendo all’ultimo poto nel Costruttori. Lo sapeva bene Gunther Steiner, Tp della scuderia americana: “Sapevamo quello che stavamo facendo, anche se non sapevamo come sarebbe andata” ha dichiarato l’altoatesino a Motorsport.com. “Soltanto in pista hai modo di capire le qualità di questi piloti, la loro mancanza di esperienza e di quanto aiuto hanno bisogno. Alcune cose hanno dovuto impararle da soli. Si tratta di nuotare o di affogare e non puoi pensare di tenerli a galla tutto il tempo, non è un qualcosa che voglio fare”.

“La cosa migliore è imparare confrontandosi con la dura realtà. Per me questo è meglio che coccolarli. Avevamo una vettura non competitiva ed è stato facile affrontare questo percorso dato che eravamo consapevoli di non poter ambire ai punti. Nel 2022 vogliamo invertire questa tendenza, ma loro hanno imparato molto commettendo anche errori. L’unica cosa positiva di questa stagione è stata che non avevo bisogno di arrabbiarmi dato che non avevamo nulla perdere”.

Steiner ha anche sottolineato come entrambi i piloti, nel corso della stagione, abbiano dovuto fare un importante lavoro mentale per capire che non stavano più lottando l’uno contro l’altro per emergere come visto nelle categorie propedeutiche, ma dovevano lavorare per il bene della squadra.

“All’inizio della stagione stavano duellando l’uno contro l’altro per le posizioni di coda. Questo non porta alcun vantaggio al team. Poi hanno capito che la Formula 1 non si riduce all’arrivare davanti ad un solo pilota. Per noi non c’è un primo ed un secondo pilota. Tutti hanno le stesse opportunità, tutti hanno lo stesso status. È così che funziona”.

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