Non ci giriamo attorno: Charles Leclerc ha fatto un miracolo, perché è vero che non guida un catorcio che va a spinte, ma in questa stagione centrare una pole per la Ferrari pareva un’autentica impresa. E invece nelle qualifiche del GP d’Ungheria la SF-25 con a bordo il monegasco ha agguantato il primo posto, per la prima volta in stagione per la scuderia di Maranello, e tra l’altro davanti alla corazzata McLaren. Proprio la scuderia che schiera le MCL39 che sull’Hungaroring esaltano i loro punti di forza, in primis il bilanciamento.
- Leclerc esterrefatto: "Non capisco più niente"
- "Gli aggiornamenti stanno aiutando la Ferrari"
- Catastrofe Hamilton: "Non ho risposte, forse va cambiato il pilota"
- Vasseur commenta il rinnovo con la Ferrari
- L'appoggio ad Hamilton: "Si sottovaluta il cambiamento che ha vissuto"
Leclerc esterrefatto: “Non capisco più niente”
Poi certo, le prime posizioni delle qualifiche vedono distacchi minimali, e lo stesso Leclerc ha battuto Piastri di 26 millesimi e Norris di 41. Ma questo se vogliamo spaccare il cappello in quattro (compito comunque che spetta ai tecnici, chiamati ad analizzare ogni singolo dettaglio in profondità per capire punti di forza e punti deboli della vettura): la monoposto rossa, alla fine, un po’ di potenziale ce l’ha come ha ripetuto come un mantra in questa stagione Frédéric Vasseur. E questo potenziale è più in vista con gli aggiornamenti introdotti negli ultimi Gran Premi, come la nuova sospensione posteriore che ha debuttato una settimana fa a Spa, dando già allora dei buoni riscontri su pista.
Leclerc, terminata la sua prodigiosa qualifica, a Sky Sport ha ammesso il suo stupore: “Non ci capisco più nulla: questa è stata una sessione davvero difficile, arrivare al Q3 è stato davvero complicato”. Il monegasco infatti ha rischiato l’eliminazione nelle prime due sessioni, con tanto di sbavatura causata da un sovrasterzo in Q2. Ma il pilota ha avuto la meglio anche grazie alle condizioni meteo ballerine.
Quindi ha proseguito la sua disamina: “Sapevo di dover fare un giro pulito, ma non mi sarei mai aspettato di arrivare primo. Questa è una delle mie migliori pole, sicuramente la più inaspettata. Non ho parole”, a parte quelle legate alla gara di domani, dove Leclerc ha indicato la partenza e la curva-1 i momenti cruciali per definire il resto della corsa. “Però farò di tutto per conservare il primo posto, che dovrebbe renderci la vita meno difficile”.
“Gli aggiornamenti stanno aiutando la Ferrari”
Infine sugli aggiornamenti il monegasco ha riconosciuto che si tratta di una “notevole spinta”, ma che dovranno essere valutati nel corso di più gare. “Ma penso che l’aggiornamento introdotto a Spa ci ha dato una mano ad ottenere qualcosa in più. All’inizio della stagione dovevo impostare l’auto in maniera estrema per cercare di ottenere qualcosa in qualifica, ma questo rendeva tutto più difficile e faticoso”. Invece, l’aggiornamento ha consentito a Leclerc di trovarsi “in una finestra più ragionevole e c’è un miglior adattamento al mio stile di guida”. Cosa che ha aiutato il pilota ad esprimersi meglio in qualifica, “che è solitamente il mio punto di forza”.
Catastrofe Hamilton: “Non ho risposte, forse va cambiato il pilota”
Chi invece continua a soffrire è Lewis Hamilton, e pure malamente: dopo i disastri nelle qualifiche di Spa, il copione sul giro secco si è ripetuto in Ungheria, con il britannico che è stato eliminato in Q2 chiudendo alla fine dodicesimo. Inevitabile lo sfogo via radio, che a mente fredda ai microfoni di Sky Sport l’ex Mercedes ha spiegato così: “Quando ho detto ‘ogni volta” mi stavo riferendo a me stesso”, sollevando il team da qualsiasi colpa.
Hamilton infatti ritiene anch’egli che l’auto abbia le potenzialità, come si vede con il compagno di squadra. Il problema, semmai, è personale: a sorpresa il pluricampione del mondo si è lasciato andare ad uno sfogo che sembra voler dare ragione alle recenti esternazioni di quel volpone di Helmut Marko, che ha definito il britannico come una “zavorra” per la Ferrari, alla pari del povero Andrea Kimi Antonelli per la Mercedes (e pure lui finito in una spirale negativa da cui fatica ad uscire).
“Non so quale possa essere la soluzione, me lo chiedo pure io”, si è così confessato Hamilton. “Non so che dire, non ho risposte. Mi sento inutile, ho guidato in maniera tremenda. Le mie sensazioni, per usare un eufemismo, sono pessime. La colpa è sempre mia, il team non ne ha. Forse bisogna cambiare il pilota, perché a quanto pare questa vettura può conquistare la pole”.
Vasseur commenta il rinnovo con la Ferrari
Tornando alla pole di Leclerc, essa arriva proprio nel momento in cui la Ferrari ha rotto gli indugi e siglato il rinnovo pluriennale di Vasseur. Questo perché può anche latitare la vittoria nell’attuale stagione, ma Maranello guarda alla stabilità e in prospettiva: il banco di prova è la stagione 2026 con i nuovi regolamenti, e come ha detto lo stesso team principal a Sky Sport “servono un paio di anni per conoscere le persone con cui lavori e per portare a casa i risultati. È stato così per Jean Todt anni fa o per Christian Horner alla Red Bull“. Ovvero, i successi non sono immediati ma sono frutto di anni di fatiche e anche di sconfitte.
E proprio Vasseur ha sottolineato l’importanza di un clima più disteso dopo questo chiarimento ai vertici, “in modo che ci possa essere stabilità e anche la possibilità di integrare nuove persone nel team. […] Ci vorrà del tempo comunque, perché bisogna anche avere pazienza nel far interagire e lavorare tra di loro le persone. Ma stiamo partendo da basi che a mio avviso sono ben costruite”.
L’appoggio ad Hamilton: “Si sottovaluta il cambiamento che ha vissuto”
Il team principal ha parlato poi del suo ruolo anche di motivatore, che ricorda alle persone i lati positivi del loro lavoro anche quando si perde. “Ad esempio non abbiamo avuto problemi con i pit-stop e l’affidabilità. Poi la McLaren è certamente davanti a noi e di molto, ma noi siamo a nostra volta davanti a Red Bull e Mercedes”.
Poi sui piloti Vasseur ha spiegato che riguardo Hamilton c’è stata una generale sottovalutazione di cosa significhi approdare alla Ferrari dopo “quasi vent’anni vissuti tra McLaren e Mercedes”, con un grande cambiamento sia tecnico che culturale. Quindi ha provato a sollevare il morale del britannico: “Negli ultimi fine settimana lui è tornato a realizzare delle buone prestazioni, in qualifica ha sbagliato solo a Spa, cosa di cui lui è conscio. Ma attualmente è più o meno al livello di Charles, e come avviene tra Lando e Oscar in McLaren anche da noi c’è spirito di emulazione con i piloti che si spingono a vicenda”.