Il guanto di Marco Simoncelli è tornato a casa

Una ragazza lo ha riconsegnato ai genitori Paolo e Rossella.

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Il guanto di Marco Simoncelli è tornato a casa Fonte: 123RF

Sei anni dopo il guanto di Marco Simoncelli è tornato a casa.

Era il 23 ottobre 2011 quando il centauro romagnolo, durante il secondo giro del Gp della Malesia, perdeva il controllo della sua Honda senza voler abbandonare il manubrio, tagliava trasversalmente la pista e veniva travolto dai diretti inseguitori Colin Edwards e Valentino Rossi, troppo vicini al numero 58 per riuscire a evitarlo.

La morte del ‘Sic’ sconvolse gli appassionati e non solo: innumerevoli le commemorazioni, dalla MotoGp stessa al mondo del calcio fino ad arrivare alla politica, passando inevitabilmente sui social network. Al suo funerale, trasmesso anche in diretta tv, parteciparono 25mila persone.

Una decina di giorni fa, per la prima volta da quel terribile giorno, Paolo e Rossella, i genitori di Marco sono tornati sulla pista della Malesia.

Ad attenderli c’era una ragazza che si era messa in contatto con i due per incontrarli. A sorpresa la giovane estrae il guanto sinistro che Marco indossava in occasione della sua ultima gara. Era il guanto mancante(l’altro è già a casa) che la giovane ha conservato per ben sei anni.  

A raccontare l’emozionante incontro è stato lo stesso Paolo Simoncelli sul blog della sua squadra corse: “Un’ultima cosa su Sepang però ve la voglio raccontare …. Io e mamma Rossella arriviamo in aeroporto previa telefonata, timidamente ci si avvicina una ragazza. Ci racconta una storia, di come si è data da fare per comprare un guanto di Marco da un commissario di gara, un guanto usato da lui. Tanti ragazzi ci raccontano le storie più improbabili di come riescono ad aggiudicarsi i cimeli dei loro idoli… solo mi sto chiedendo perché un guanto? Li vendono in coppia di solito. Poi tira fuori un guanto sinistro, aveva le mani grandi, lo riconosciamo subito. La abbraccio. Ce lo lascia, lo guardo è proprio quello che mancava all’ appello, il destro è già a casa. Un abbraccio tra sconosciuti io non parlo bene la sua lingua ma credo di averle trasmesso il mio riconoscimento per questo suo prezioso gesto. Immagino le mille peripezie di questo guanto. Sono passati sei anni. Siamo tornati qui in Malesia e ci è stato restituito il guanto che Marco perse proprio quel giorno, nella sua ultima gara.. e poi dicono che non è destino. Un gesto particolare, assurdo e meraviglioso, quanto l’essere di nuovo qui con una squadra corse intitolata a lui”.

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