Sport e politica. Un binomio che tira sempre. Soprattutto, ma probabilmente è un caso, benché Silvio Berlusconi sia un esempio lampante in materia, quando ci sono di mezzo personaggi legati al Milan.
La scorsa settimana George Weah, già bomber rossonero, ha vinto le elezioni presidenziali nella sua Liberia. Ora è invece toccato a Kakha Kaladze. Eletto deputato nelle elezioni tenutesi in Georgia nel 2012, l’ex difensore aveva ricoperto il ruolo di Ministro dell’energia, oltre a quello di vicepresidente dello stato ex sovietico. A luglio di quest’anno sono arrivate le dimissioni dalla carica di parlamentare, una scelta motivata dalla decisione di candidarsi come sindaco della capitale, Tbilisi. E il 39enne è stato premiato, ottenendo il 51% e avendo la meglio sugli altri sette candidati all’importante incarico.
Il passaggio di Kaladze dal calcio alla politica era cominciato nel 2011, quando aderì al Sogno Georgiano, partito di centro-sinistra fondato dal miliardario Bidzina Ivanishvili. Peggio era invece andata ad Andriy Shevchenko, tra l’altro compagno di Kaladze non solo al Milan ma anche alla Dinamo Kiev. Nel 2012 la sua lista Ucraina-Avanti! ottenne solamente l’1,58% delle preferenze e così l’ex Pallone d’oro tornò a dedicarsi al calcio, non riuscendo però a qualificare – in veste di commissario tecnico – la nazionale ai Mondiali del 2018.
Tra i rossoneri che hanno fatto il grande salto come dimenticare Gianni Rivera? Eletto per la prima volta nel 1987 con la Democrazia cristiana, rimase alla Camera per quattro legislature, rivestendo anche il ruolo di sottosegretario alla Difesa, prima di volare a Bruxelles come parlamentare europeo. Per chiudere la carrellata un fedelissimo di Berlusconi. Daniele Massaro nel 2016 venne candidato da Forza Italia, a sostegno del candidato sindaco di Milano Stefano Parisi: ottenne 384 preferenze e non venne eletto consigliere comunale.
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