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Lo Zaire del 1974 perde anche Ndaye Mulamba

Addio a un altro dei protagonisti di una squadra rimasta nella storia del calcio mondiale.

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Lo Zaire del 1974 perde anche Ndaye Mulamba Fonte: 123RF

Lo avevano soprannominato ‘Mutumbula’ (‘Assassino’) per quanto fosse spietato nell’area di rigore avversaria e ‘Volvo’ per una solidità che ricordava quella delle automobili svedese. Ndaye Mulamba è morto a Johannesburg. Aveva 70 anni e da tempo era costretto a vivere su una sedia a rotelle.

E’ stato uno dei protagonisti dell’epopea dello Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo) capace di dominare in Africa e di arrivare a qualificarsi per i campionati del mondo del 1974 andati in scena nella Germania Occidentale.  

I ‘Leopardi’ si erano presentati con tante speranze: avevano rifinito la preparazione in Italia, disputando tre amichevoli con Cesena, Fiorentina e Roma, e si auguravano di dire la loro anche sul palcoscenico più importante. Non andò così. Dopo un esordio dignitoso (0-2 con la Scozia di Joe Jordan, lo ‘Squalo’ che qualche anno più tardi si sarebbe visto al Milan) arrivò la batosta con la Jugoslavia: un 9-0 destinato a rimanere nella storia. Dopo 22 minuti gli africani, che perdevano già per 4-0, rimasero in 10 uomini: venne espulso proprio Ndaye, accusato di avere dato un calcio all’arbitro. 

In realtà anni dopo a confessare quanto accaduto fu Mwepu Ilunga, altro calciatore che molti ricorderanno: è l’uomo che nella gara con il Brasile (persa per 3-0 con i verdeoro che avevano bisogno di tre reti di scarto per passare il turno) uscì dalla barriera per dare un calcio al pallone mentre i sudamericani si apprestavano a tirare una punizione da posizione pericolosa. Una scena apparentemente divertente ma che in realtà era frutto della tensione che serpeggiava tra gli zairesi: il dittatore Mobutu non aveva apprezzato la pesante sconfitta con gli slavi e li aveva fatti minacciare dai militari che avevano seguito la squadra in Germania. 

Al ritorno della comitiva dall’Europa all’aeroporto di Kinshasa non c’era nessuno ad attendere i calciatori. Che solo qualche mese prima erano stati premiati con un’automobile ciascuno.

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