Quando il calcio non è solo uno sport ma diventa fonte di ispirazione e speranza. In questi termini si deve cogliere la storia di Youssouf Camara, giocatore del Mantova Calcio che ha raccontato il suo viaggio infinito dalla Guinea, suo Paese natale, all’Italia.
Un viaggio che ha rischiato di ucciderlo più di una volta, un viaggio che in molti hanno fatto, e nel corso del quale molti hanno perso la vita.
Youssouf ha raccontato la sua esperienza alla Gazzetta di Mantova: “Sono scappato dalla Guinea perchè è molto pericoloso viverci per una guerra civile in corso. Mio padre è stato ucciso e mi sono rimasti solo mio nonno, la mia mamma e il mio piccolo fratellino”, inizia a raccontare il giovane Youssouf con gli occhi lucidi. “Sono partito dal mio paese, Conakry, in macchina fino al Mali, poi ho attraversato a piedi il Burkina Faso e il Niger per raggiungere la Libia. Non è stato facile, non ho mangiato per giorni e ho attraversato il deserto senza bere. Alcuni militari mi hanno puntato dei fucili in faccia e ho visto la morte più di una volta”.
Arrivato in Libia il giovane ha dovuto attraversare il Mediterraneo: “Una volta arrivati nel mare della Tunisia, sulla nave, dove eravamo circa in 150, è successo di tutto. Sono saliti dei militari libici sulla nave e hanno iniziato a picchiarci. La nave ha iniziato a imbarcare acqua ed è affondata. Sono morti in tanti. Non so quanti. Dopo 3 ore in acqua è arrivata una imbarcazione di una Ong, non so quale fosse, e ci ha portato a Siracusa”.
In questa odissea Youssouf ha perso il proprio nome: infatti a Cuneo hanno sbagliato a trascriverlo ed è diventato Yousouf, con una sola s.
Arrivato in Piemonte, inizia l’avventura di Camara nel calcio italiano, infatti: “Un giorno ho sentito l’agente di Diawara del Napoli, Daniele Piraino, che conoscevo, e gli ho detto che ero in Italia. E ha mandato un suo collaboratore a osservarmi durante una partita della Coppa d’Africa per rifugiati a Torino. Mi ha portato a fare tanti provini, ma non avendo i documenti in regola, nessun club mi poteva tesserare”.
Dopo tanti viaggi a vuoto arriva la grande occasione: un osservatore del Mantova lo segnala e questa volta nulla, neanche i problemi burocratici, possono fermare Yous(s)ouf Camara: “Grazie a Giacomarro (l’addetto ai lavori che lo ha scoperto, ndr), arrivo a Mantova e grazie a Nicola Penta i miei documenti sono pronti. A Mantova vengo accolto molto bene da tutti e adesso vivo a Levata a ‘Casa Mantova’ e voglio farmi trovare pronto e mettermi a disposizione del mister per giocare più partite possibili. Gioco in una società gloriosa che l’anno scorso era in Serie C e ci deve tornare al più presto”.
Camara rivela anche il suo sogno più grande: “Mi piacerebbe seguire le orme di Diawara, che ho conosciuto personalmente. Lui è partito dal San Marino e adesso gioca la Champions League”.
SPORTAL.IT