Marta ha dedicato a coloro che combattono per l’uguaglianza nel calcio il suo gol, decisivo ai fini del risultato di Brasile-Italia e di rilevante senso civico.
Una battaglia portata avanti da tempo dalla stella verdeoro e che condivide con colleghe di diverse nazionalità, portatrici sane del gene della cultura di genere così poco diffusa e scadente, anche in contesti apparentemente assai evoluti. E di cui ad ogni occasione pubblica prova a parlare anche Sara Gama, capitana delle Azzurre.
Marta, dopo il 16esimo gol ai Mondiali (con questo – segnato su rigore – raggiunge quota 17) aveva discusso con la tv tedesca ZDF perché non era stata menzionata, nell’intervista, il suo record personale. Aggiungendo che il numero dei gol segnati la poneva sullo stesso livello del tedesco ex Lazio Miro Klose.
“Questo record non mi appartiene, appartiene a tutti noi. Lo condivido con chiunque combatta per più uguaglianza”, ha dichiarato subito dopo la partita contro le Azzurre. Parole incisive, le sue, che si accodano a quelle di quante hanno combattuto e lottano contro i pregiudizi di genere e conferiscono a questa edizione del Mondiali femminili un significato rinnovato.
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