Si definiva borbonico e guai a chi osava contraddirlo. Gianfranco Lucariello, decano dei giornalisti napoletani, morto oggi a 80 anni, lottava da tempo contro una brutta malattia ma anche negli ultimi tempi non aveva mai perso il sorriso e la passione per quel Napoli che ha raccontato da sempre nella sua carriera.
- Lucariello, una vita nel giornalismo
- La passione per la storia e il Risorgimento
- Il web in lutto per la scomparsa di Lucariello
Lucariello, una vita nel giornalismo
In carriera Lucariello ha lavorato per tante testate, da Canale 21, a “Napoli Notte” dal Giornale di Napoli a “Ultimissime”, corrispondente de “Il Tempo”, poi – dopo un breve passaggio come addetto stampa del Bowling – l’esperienza professionale con “Cronache di Napoli” e “Leggo”. Concludendo infine la sua carriera come valido opinionista sportivo, presente in tante trasmissioni locali. Punto di riferimento per tanti giovani colleghi, Lucariello era stato segretario dell’Ussi Campania.
La passione per la storia e il Risorgimento
Oltre che il calcio e il Napoli, che ha raccontato sempre con onestà intellettuale nonostante ne fosse tifoso accanito, la passione di Gianfranco Lucariello era la ricerca storica, in particolare sul periodo del Risorgimento e del Regno dei Borbone, a cui ha dedicato preziose pagine di approfondimento sui quotidiani napoletani. Sempre cordiale e disponibile con i colleghi più giovani, sempre col sorriso sulle labbra Lucariello fu il primo a dare la notizia del fallimento del Napoli di Naldi. Molto attivo sui social, Lucariello negli ultimi tempi dispensava ricordi e impressioni ai tanti follower. Per tutti era “il capitano”, ruolo che ricopriva anche nella Nazionale giornalisti.
Il web in lutto per la scomparsa di Lucariello
Appena la notizia si è diffusa sono arrivati a centinaia messaggi di cordoglio. Anche il Napoli ha voluto fare le condoglianze alla famiglia mentre colleghi, tifosi e amici ne ricordano la figura: “È sempre difficile scrivere il coccodrillo di un collega che ci ha lasciato e lo diventa ancora di più quando la frequentazione per motivi professionali nel corso degli anni si è a mano a mano trasformata in una amicizia salda e duratura. L’impresa di scrivere per ricordare Gianfranco Lucariello è poi più ardua e faticosa nel mio ruolo di presidente dell’Ussi Campania perché non posso non ricordare ciò che Gianfranco ha rappresentato per la comunità dei giornalisti sportivi della nostra regione. E non solo per essere stato per decenni l’animatore, il punto di riferimento e il capitano della nostra squadra di calcio.”
C’è chi ricorda: “Negli ultimi anni aveva continuato a organizzarne l’attività e a guidare il gruppo non più dal campo ma dalla panchina dove si era trasferito quando aveva dovuto rassegnarsi a subire gli acciacchi fisici dovuti all’età. Per questo quando ci vedevamo e ci sentivamo lo chiamavo ‘mister’.” e poi: “Gianfranco carissimo, mi mancherai. E come a me, mancherai a tutti i tuoi colleghi che ti volevano bene, che erano felici di poterti frequentare, perché oltre a essere un grande professionista, sempre prodigo di consigli e di suggerimenti per tutti, avevi un carattere allegro e disincantato che rappresentava per noi un collante, un motivo di divertimento e di aggregazione che ci migliorava la vita. Eri una luce, un faro, un punto di riferimento, un porto sicuro nel mare, spesso in tempesta, dell’informazione” e anche: “Gianfranco carissimo, non ti dimenticheremo. I ragazzi della tua squadra ti porteranno sempre nel loro cuore”
Le lacrime arrivano da ogni dove: “Napoli oggi è più povera Napoli oggi perde un suo grande cittadino persona onestà grande professionista un uomo immenso. Grazie caro Gianfranco Lucariello riposa in pace” e poi: “Ci lascia un grande uomo, un grande professionista, un grande giornalista, Maradoniano e napoletano vero. Fai buon viaggio” e infine: “Oggi ci lascia un grande Giornalista un grande tifoso del Napoli ora ti ritroverai insieme a Diego e Totonno Juliano ha parlare del Napoli di quella famosa trattativa che vide anche te con i tuoi colleghi collaborare per portare Diego a Napoli. Ci lasci in eredità quel sorriso meraviglioso, quella sensazione di potersi sempre rifugiare in una battuta straordinaria. La notizia che tu non ci sia più ci rende tutti più poveri. Le tue lezioni, i tuoi ricordi, le tue dolcissime imitazioni, la tua schiettezza: grazie di tutto, davvero”.