Passato quasi un mese e mezzo dalla conclusione del Tour de France , Tadej Pogacar ha avuto modo di riflettere attentamnte sul 2° posto ottenuto alla Grande Boucle e, soprattutto, capire i motivi della crisi avuta nell’undicesima frazione che, di fatto, si è rivelata decisiva nel determinare l’esito della corsa.
Sul Granon , lo sloveno ha vissuto la prima vera “giornata no” della carriera, una debacle per la quale l’alfiere dell’UAE Team Emirates ha individuato due cause scatenanti.
“Il caldo non è la cosa migliore per me. L’undicesima tappa del Tour è stata molto calda e oltre a questo è stata una delle più difficili, una brutta combinazione” ha spiegato Pogacar a MMC.
“Quel giorno c’erano quasi 35 gradi. All’inizio mi sentivo bene, ma all’improvviso ho esaurito le energie. Mi sono dimenticato di bere sul Galibier , e questo ha molto a che fare con il mio crollo”
Oltre alla mancata assunzione di liquidi però, il ventitreenne ha capito che quel giorno è finito vittima dello strapotere collettivo della Jumbo-Visma .
“ Erano al cento per cento e mi hanno distrutto con i loro attacchi . Soprattutto tra il Télégraphe e il Galibier. Ero molto nervoso, non bevevo, ho superato il limite sul Galibier ed è successo quello che è successo. Non posso dare la colpa solo al caldo. Prima del Tour mi sono allenato con molto caldo e avevo anche gareggiato più volte con temperature elevate. Il merito è soprattutto di Jonas e della Jumbo Visma” ha affermato netto il due volte vincitore della maglia gialla.